Ambiente
I dubbi dei sindaci biellesi sulla Pedemontana
Continua a fare discutere la Pedemontana biellese. E mentre il progetto da 600 milioni di euro per collegare la A4 a Santhià conla A26 a Ghemme giace al Cipe in attesa che il governo sblocchi il suo 20% di finanziamenti, una fronda di sindaci torna a chiedere di liberalizzare il pedaggio e modificare il tracciato. Lo fa scrivendo al presidente della Provincia, Roberto Simonetti, una lunga lettera di intenti che riporta il dibattito indietro di quasi un anno. Rivelando che l’iter di realizzazione è ancora lontano dalla fatidica «prima pietra».
Tre i rilievi dei sindaci, tutti del Biellese orientale: pedaggio, viabilità alternativa, posizione dei caselli.
Percorrere i40 chilometridell’autostrada biellese costerà 3,50 euro. Ma i biellesi si troverebbero a pagare 80 centesimi per6,5 chilometridi superstrada fra Cerreto (dove ci sarà il casello di Biella) e Masserano, oggi gratuiti.
Inoltre, chi dal capoluogo deve raggiungere Cossato potrà entrare in autostrada e pagare 80 centesimi uscendo a Masserano e tornando indietro, oppure utilizzare la viabilità secondaria. E qui sta il secondo problema: una montagna di ulteriori 6 mila veicoli al giorno dirottati nel centro di Cossato. Il sindaco del secondo Comune biellese, Claudio Corradino, ha messo la sua firma sotto la lettera: «Ci rendiamo conto che in questa fase non possiamo permetterci alcun rallentamento dell’iter procedurale – scrivono gli amministratori –, ma vogliamo evitare che su Cossato si riversi tutto il traffico che non utilizza il nuovo tracciato».
Sui pedaggi i sindaci rispolverano parte di una proposta già avanzata un anno fa dal Partito democratico in un documento presentato al ministero: togliere di mezzo il casello a Cerreto e azzerare i pedaggi per i biellesi con due barriere ai confini della provincia, una a Verrone per il traffico proveniente dalla A4 e l’altra a Masserano per quello della A26.
Un anello aperto che lascerebbe intatta la viabilità (e la gratuità) della superstrada 142. E a pagare sarebbero solo gli esterni. La perdita di introiti del concessionario per il mancato pedaggiamento dei biellesi sarebbe compensata, secondo le osservazioni, da un piccolo importo aggiuntivo applicato ai flussi di traffico in transito fra le due barriere: un pedaggio nascosto già in vigore in molti tratti (sulla A4 ad esempio a Rondissone).
Poi ci sono gli investimenti per la viabilità secondaria: i sindaci chiedono di costruire un ponte sul Cervo al posto dell’attuale guado a Castelletto, per togliere il paese dall’isolamento e offrire uno sbocco verso sud all’area industriale di Cossato. Secondo i primi cittadini servono anche interventi sulla viabilità interna al Cossatese migliorando la strada della Corte (quella destinata ad accogliere i biellesi che non intendono pagare il pedaggio) e realizzando una tangenziale sud.
I Comuni del Biellese orientale e della Valsessera chiedono anche di realizzare un casello a Roasio, alla ricerca di uno sbocco naturale per il loro traffico. Il vice-presidente della Provincia, Orazio Scanzio, sta trattando con Vercelli per inserirlo nel progetto come stazione intermedia tra Masserano e Gattinara. Nessuno stop da parte di Satap, l’associazione temporanea d’impresa che costruirà l’infrastruttura finanziandone il 60%, purché sia confermata la concessione di 45 anni sui pedaggi.
L’autostrada biellese è parte della Pedemontana e sarà costruita da Satap con il contributo dello Stato (20%) e della Regione (altro 20). Taglierà in due il Biellese collegandosi alla A4 vicino al casello di Santhià e agganciando l’attuale superstrada 142 tra Valdengo e Cerreto. Poi proseguirà fino al casello della A26 a Ghemme.
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