Economia
I No Tav svelano l’accordo tra Italia e Francia: “Lavori bloccati in attesa dei soldi europei”
”Non ci sono alternative alla Torino-Lione”. Lo ha ribadito anche venerdì il presidente della Regione Roberto Cota, nel corso dell’incontro con il collega francese della Rhone-Alpes, Jean-Jack Queyranne. I due hanno auspicato che il progetto, “indispensabile per il trasporto transalpino di merci e persone, possa rispettare il calendario previsto con inizio nel 2013”. Eppure le notizie che arrivano dal fronte No Tav sulla questione Alta Velocità e sugli accordi europei parlano di “bluff e bugie”. A supporto delle tesi dei No Tav arriva un documento che pubblichiamo in calce a questo articolo di cui ha parlato in anteprima il blog Tg Maddalena, uno dei più seguiti tra gli attivisti valsusini e che è stato rilanciato da Notav.eu e Notav.info.
IL DOCUMENTO. Si tratta di un accordo firmato a Roma il 30 gennaio 2012 dai rappresentanti di Italia e Francia, che sostanzialmente – sostiene Fabrizio Salmoni di Tg Maddalena – rappresenta la prova lampante di come di “definitivo”, sulla vicenda Tav, non ci sia proprio nulla, a partire dalla data dei lavori:
Era una spudorata bugia. Basata su uno solo dei due comunicati emessi dopo l’incontro dei viceministri, tanta era l’unanimità sui contenuti, quello italiano che dava addirittura le cifre di spesa diverse da quelle fornite ai francesi: 8,2 miliardi, 8,5 miliardi per i francesi. Ma la spudorata bugia era a monte, proprio nell’incipit del documento, nell’art. 1: l’accordo ‘NON HA COME OGGETTO DI PERMETTERE L’AVVIO DEI LAVORI DEFINITIVI DELLA PARTE COMUNE’ e rimanda ad ‘un protocollo addizionale separato tenendo conto in particolare della partecipazione definitiva dell’Unione Europea’. Capito? Niente lavori, se ne riparla se e quando si conoscerà l’apporto finanziario dell’Ue (che a sua volta richiede accordi definitivi e chiarezza sulle cifre dei due paesi).
Non solo. Anche il contributo europeo del 40% prende una piega diversa, almeno se si presta fede al documento svelato in anteprima da Tg Maddalena:
Il famoso 40% sbandierato come contributo europeo non è un dato confermato ma bensì un tetto: da 0 a 40%…Infatti, secondo l’art.16, ‘le parti si rivolgeranno all’Unione Europea per ottenere una sovvenzione pari al tasso massimo possibile per questo tipo di opera.’ Al fine di definire tale sovvenzione, i furbetti della lobby hanno inserito nel testo il presupposto per fare pagare all’Europa il più possibile allungando di circa 50 km la cosiddetta tratta internazionale, da Montmèlian a Chiusa San Michele (invece che da St. Jean de Maurienne a Susa/Bussoleno). I costi ripartiti […] non esplicitano chiaramente che ‘sottratto il contributo europeo e la parte finanziata dai pedaggi…i costi saranno ripartiti al 50% tra la parte italiana e la parte francese’.
Le conclusioni di Salmoni dopo la pubblicazione del testo sono abbastanza chiare:
Alla luce di tutto questo, le considerazioni vengono spontanee: c’è una campagna mediatica pilotata, manipolata dalla lobby pro Tav, volta a spargere rassegnazione e sconforto presso chiunque pensi che sia possibile fermare l’opera (Tutto deciso, si mettano il cuore in pace! – Cota) e ad ingannare una volta di più l’opinione pubblica sulla reale portata dei costi.
Il documento dell’accordo
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