Economia
Alla ricerca di un partner: la Fiat si fa bella sul mercato per sedurre una tra GM, Suzuki e Psa
Chissà se Marchionne ha pensato anche a quei siti dove si fanno incontri, ci si conosce, magari si va a prendere un caffè (lui direbbe: coffee) da Starbucks (se mai aprirà in Italia): certo è che la sua Fiat ha bisogno di un partner, e presto. I risultati negativi del mercato delle auto in Europa preoccupano infatti il Lingotto, che nel Vecchio Continente ha ancora il 27% circa delle sue vendite e punta ancora a quei “6 milioni di vetture prodotte” di marchionniana memoria (correva l’anno 2008).
L’obiettivo sarebbe quello di arrivare a quella cifra entro il 2014, raggiungendo così i numeri di colossi come General Motors, Toyota, Volkswagen, e Renault-Nissan. Il problema restano le previsioni: per il 2012 le vendite Fiat-Chrysler attese sono di 4,6 milioni. Ecco perchè un partner diventa condizione essenziale, come sottolinea Daniele Grasselli su Lavoce.info:
L’ipotesi General Motors suona come una rievocazione di quanto successo nel 2009, quando Fiat cercò di acquisire Opel e Vauxhall. Gm è però l’unico gruppo, insieme a Fiat, ad aver compiuto una forte razionalizzazione della capacità produttiva fino alla chiusura di impianti in Europa, e dal punto di vista strategico appare improbabile che l’azienda voglia consegnare una fetta consistente del mercato europeo a un gruppo, Fiat-Chrysler, che si sta rivelando un agguerrito concorrente nelle Americhe.
L’ipotesi Psa sembra più plausibile. Il gruppo francese, con i suoi due marchi Peugeot e Citroen, è il secondo gruppo in Europa dopo Volkswagen e ottavo produttore al mondo subito dopo Fiat-Chrysler. Ha dimensioni comparabili a Fiat (vendite pari a 3,5 milioni nel 2011) ed è molto competitivo sugli stessi segmenti in cui operano i marchi dell’azienda di Torino. Per di più nel 2011 ha più che dimezzato la sua capitalizzazione in borsa, a tutto vantaggio di potenziali nuovi azionisti. Psa soffre di una non bilanciata diversificazione dei mercati: è il gruppo più eurocentrico in assoluto, l’Europa, infatti, vale oltre il 59 per cento delle vendite, una percentuale troppo significativa considerando i trend del mercato dell’auto nel Vecchio Continente. Con Fiat, Psa potrebbe, oltre che consolidare la posizione in Europa, inserirsi nel mercato sudamericano, in cui Fiat è leader, e aumentare la presenza in Nord America grazie a Chrysler. Allo stesso modo Fiat potrebbe trovare giovamento dagli investimenti effettuati dai francesi nei mercati asiatici. Le difficoltà per l’alleanza sono di ordine politico più che industriale perché le resistenze francesi alla perdita di indipendenza di Psa sarebbero forti. […]
Le difficoltà di un accordo italo-francese, rilanciano l’ipotesi di Suzuki come azienda partner. Il gruppo giapponese è il decimo produttore mondiale, con 2,6 milioni di vetture; risente soprattutto del difficile 2011 in Giappone e del clo in Europa, ma è forte nei mercati asiatici emergenti, in particolare in India, e la prospettiva è strategicamente molto rilevante per Fiat. Inoltre, in Europa, Suzuki possiede un solo stabilimento in Ungheria e razionalizzare le attività produttive avrebbe un impatto sociale molto minore. La gamma prodotti Suzuki puòintegrarsi con quella Fiat; il costruttore giapponese ha lanciato modelli di grande successo nelle city car, ma anche nel segmento sport utility: il primo è il tradizionale segmento di forza di Fiat, mentre il secondo è quello in cui è decisa a entrare grazie al know how Chrysler. Di recente, Fiat ha siglato un accordo di fornitura che riguarda piccole motorizzazioni diesel per veicoli Suzuki in India, strappando la commessa al gruppo Volkswagen e segnando un importante avvicinamento con l’azienda asiatica.
UOMINI “TIME”. Se c’è una cosa che in questo momento difficile rassicura Marchionne è sicuramente il volto del nuovo premier: “L’arrivo di Monti ha totalmente cambiato l’immagine dell’Italia: adesso abbiamo un’altra faccia”. Lo ha affermato l’ad italocanadese dopo aver ascoltato il primo ministro italiano al Petersen Institute di Washington. Secondo Marchionne il fatto che ci sia Monti alla guida del Paese “è un passo enorme per la credibilità dell’Italia: dobbiamo appoggiarlo in tutte le maniere, altrimenti torneremo all’era delle caverne”. Per adesso i due hanno in comune sicuramente una copertina: quella del Time, che questo mese ha dedicato la prima all’ex commissario europeo, e a dicembre aveva definito Marchionne “il salvatore dell’industria dell’auto”.
LE PAROLE SU TORINO. L’impegno della Fiat a Torino ”non si limita al piano industriale”, ma, ”mentre cresce e si rafforza nel mondo, resta legata alla sua città, crede in questa comunità e investe sulle sue persone e sul loro benessere”. Al suo rientro in Italia Marchionne ha avuto parole dolci anche per il capoluogo, durante l’inaugurazione – insieme al presidente del Lingotto John Elkann – della nuova sede del Centro Medico Diagnostico Fiat Sepin: ”In un Paese che spesso finisce sui giornali, italiani e stranieri, a causa delle inefficienze e delle sue leggerezze; dove anche la sanità pubblica è talvolta al centro delle polemiche, questo è un esempio, come tanti altri, di un’Italia che funziona. Magari gli esempi positivi non vanno in prima pagina, ma sono le cose da cui partire per ridare speranza e fiducia alle generazioni future”.
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