Asti
Assolti i 5 poliziotti accusati di tortura contro i detenuti. La Commissione diritti umani indignata
In Italia si può torturare a proprio piacimento? Sembra questa l’opinione, provocatoria, di Pietro Marcenaro, presidente della Commissione Diritti Umani di palazzo Madama e senatore del Pd, espressa in conseguenza alla sentenza del tribunale di Asti, pronunciata il 30 gennaio, al termine dell’udienza contro 5 agenti di polizia penitenziaria del carcere di Quarto. Tutti accusati di aggressione e tortura nei confronti di alcuni detenuti. Assolti perché il reato non è previsto dal codice penale.“Le motivazioni della sentenza del tribunale di Asti – sostiene Marcenaro – nel processo contro cinque agenti penitenziari per le violenze commesse contro detenuti nel carcere di quella citta’, dimostrano un’altra volta come in Italia sia possibile torturare impunemente. Il rifiuto finora opposto ad inserire nel codice penale italiano il reato di tortura, come previsto dalla convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura del 1984, che pure l’Italia ha sottoscritto e ratificato, impedisce di perseguire e punire i responsabili di atti gravissimi. Governo e Parlamento hanno il dovere di rimediare immediatamente a questa situazione introducendo nel nostro codice penale, attraverso una procedura d’urgenza, il reato di tortura come definito dalla convenzione Onu. Al tempo stesso si deve procedere alla ratifica del protocollo opzionale del Consiglio d’Europa sulla Tortura (Opcat) che impone ai paesi l’obbligo della vigilanza e del controllo per prevenire e impedire atti di tortura”.
I fatti astigiani in questione risalgono all’inverno 2004. Secondo l’accusa i detenuti Claudio Renne e Andrea Cirino erano stati costretti ad alloggiare, per alcuni giorni, in un cella di isolamento senza vetri alla finestra, pertanto al freddo, subendo maltrattamenti di vario genere, fino a quando una operatrice sociale del carcere, durante un colloquio con Renne, si accorse delle sue condizioni fisiche e segnalò il caso alla direzione. Gli imputati: Cristiano Bucci, Marco Sacchi, Gianfranco Sciamanna, Davide Bitonto e Alessandro D’Onofrio. A sostegno dell’indagine anche la testimonianza di un ex agente, Andrea Fruncillo, arrestato per spaccio di sostanze stupefacenti. Le vessazioni ai carcerati sarebbero conseguenza di una precedente aggressione da parte di questi ad un agente di polizia.
Da 2 a 3 anni e mezzo di reclusione le pene richieste dal tribunale per 4 dei 5 agenti. Tre anni e 6 mesi chiesti per Cristiano Bucci, 2 anni per Marco Sacchi ed Alessandro D’Onofrio, 2 anni e 6 mesi per Davide Bitonto. Assoluzione invece per Gianfranco Sciamanna per non aver commesso il fatto.
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