Alessandria
Arenaways riparte dalle liberalizzazioni del governo Monti: nuova vita da marzo 2012
Mentre va in scena in tutta Italia, compresa la nostra regione, la protesta di Forconi & Co, tra coloro che invece auspicano una piena realizzazione del decreto liberalizzazioni appena varato dal Consiglio dei ministri c’è Arenaways, la piccola compagnia ferroviaria fondata ad Alessandria nel 2009 da Giuseppe Arena. Ora il nome dell’azienda, fallita nell’agosto del 2011 dopo aver provato a sfidare il monopolio Trenitalia, è Strade Ferrate Alta Italia; a non cambiare è la sostanza della sfida.
Linkiesta ha riassunto con un post la vicenda:
Primo in Italia a sfidare Trenitalia, nel 2009 Arena aveva avuto un’idea sulla carta vincente: offrire un’alternativa ai pendolari che si muovono ogni giorno sul tragitto Milano-Torino. Il percorso era stato disegnato ad anello con fermate nelle stazioni di Milano Garibaldi, Rho Fiera Milano, Novara, Vercelli, Santhià, Torino Porta Susa, Torino Lingotto, Asti, Alessandria, Voghera, Pavia, Milano Rogoredo per poi tornare a Milano Porta Garibaldi. A regime, i treni sarebbero stati capaci di trasportare 20mila persone al giorno. Il che, a conti fatti, significava sottrarre a Trenitalia circa il 10% del mercato di riferimento. Ai pendolari, stufi delle condizioni di viaggio attuali, sembrò manna dal cielo.
Lo stop al progetto arrivò la sera precedente la partenza della corsa-presentazione di Arenaways, il 9 novembre 2010. A ordinarlo fu l’Ufficio per la regolazione dei servizi ferroviari. La questione venne posta così. Le linee regionali sono regolate da un contratto di servizio tra le Fs e le amministrazioni territoriali (in questo caso Regione Piemonte e Lombardia) che prevede l’assenza di concorrenza. Secondo l’Ursf, i convogli di Arenaways avevano “carattere regionale” e competevano con Trenitalia e di conseguenza violavano i presupposti del contratto già in essere. Arenaways fu quindi costretta a riformulare l’offerta eliminando la “regionalità”. Il che, tradotto, voleva dire cancellare le fermate intermedie tra i due capoluoghi. Il colpo fu fatale. All’inizio del 2011 le rilevazioni del volume di passeggeri sulla tratta segnalavano una media di poco più di 100 persone al giorno e tra le 800 e le 1000 a settimana. Troppo poco. E la linea venne soppressa.
La società fallita è stata riacquistata a dicembre per 4,5 milioni di euro da un gruppo di imprenditori: il 67% delle quote sono in mano alla valdostana Cape srl, guidata da Ezio Colliard, il 20% agli austriaci della Railway B.W, il 10% alla Ambrogio Trasporti spa e il 3% al padre del progetto, Giuseppe Arena.
Scrive ancora il giornale online:
Strade Ferrate Alta Italia si è posta come dead line il 15 marzo 2012. Entro quella data riporterà sulle rotaie i suoi convogli. Le linee saranno quelle già sperimentate: Torino-Milano, Torino-Livorno più i treni turistici Autozug e Autoslaap che collegano Alessandria e Trieste con Germania e Austria permettendo di portare l’auto al seguito. Sulla tratta Torino- Milano correranno due convogli per un totale di sei viaggi al giorno. Prezzo del biglietto: 17 euro per 1 ora e 35 di tragitto in classe unica. Più di un treno regionale e meno di un Frecciarossa che, in seconda classe, costano rispettivamente 10 e 32 euro. «Da giugno avvieremo anche un servizio di treni notturni diretti a Sud», spiega Giuseppe Arena a Linkiesta, «partiranno da Torino, Alessandria e Milano e raggiungeranno Bari e Villa San Giovanni». Intanto, ai 70 dipendenti ex Arenaways, ora in cassa integrazione, è stato promesso che verranno riassunti.
Insomma, se c’è qualcuno che deve ringraziare il governo Monti è proprio Giuseppe Arena: “Il clima politico è cambiato, sono fiducioso”, ha detto l’imprenditore. Un po’ meno contenti saranno sicuramente gli unici padroni (fino ad oggi) delle ferrovie italiane.
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