Cronaca
In Piemonte quadruplicate le richieste di cassa integrazione rispetto al 2008
Con il rapporto diffuso ieri dalla Uil la crisi economica in Piemonte ha dati tangibili sui quali ragionare. Il 2011 è stato l’anno peggiore dall’inizio della crisi economica mondiale esplosa nell’ultimo trimestre del 2008. Al termine di quell’anno le ore di Cassa Integrazione Ordinaria, Straordinaria e in Deroga richieste in Piemonte ammontarono a 36.324.340 (18.495.010 di Ordinaria; 15.153.350 di Cassa Straordinaria; 2.675.980 di Cassa in Deroga), il 15,96%delle ore richieste a livello nazionale (227.660.255). Nel 2009 le ore di Cassa Integrazione Ordinaria, Straordinaria e in Deroga richieste nella nostra regione ammontavano a 164.857.382 (116.752.440 di Ordinaria; 34.218.586 di Cassa Straordinaria; 13.886.356 di Cassa in Deroga), il 18,04% delle ore richieste a livello nazionale (914.034.637).
Il totale delle ore di Cassa Integrazione Ordinaria, Straordinaria e in Deroga richieste nel 2010 in Piemonte è stato di 185.742.807 (52.902.202 di Ordinaria; 88.627.827 di Cassa Straordinaria; 44.212.778 di Cassa in Deroga), il 15,43% delle ore richieste a livello nazionale (1.203.638.249). Nell’anno appena trascorso le ore di Cassa Integrazione Ordinaria, Straordinaria e in Derogarichieste nella nostra regione ammontano a 146.920.290 (30.098.961 di Ordinaria; 77.702.468 di Cassa Straordinaria; 39.118.861 di Cassa in Deroga), il 15,41% delle ore richieste a livello nazionale (953.506.796). Il totale delle ore richieste in Piemonte nel 2011 è superiore del 404% rispetto al 2008, con un peso delle richieste praticamente quadruplicato rispetto a tre anni fa ma comunque inferiore all’annus horribilis 2010 (da 185.742.807 a 146.920.290 ore).
Nell’ultimo triennio le ore richieste in Piemonte raggiungono la ragguardevole cifra di 497.520.479(199.753.603 di Ordinaria; 200.548.881 di Cassa Straordinaria; 97.217.995 di Cassa in Deroga), che incide per il 16,2% sul totale nazionale (3.071.179.682). Altro dato sensibilmente in calo è il “peso” del Piemonte sulla crisi nazionale con una decrescita della percentuale delle richieste sul monte ore totale dal 18,04% del 2009 al 15,41% del 2011.
“Si è chiuso un altro anno difficile – ha spiegato Gianni Cortese, Segretario Generale Uil Piemonte -, anche se in leggero miglioramento rispetto al terribile 2010. Il sistema produttivo piemontese resiste, ma si avvertono i segnali di un possibile rallentamento, perciò il2012 si annuncia come un anno da vivere in apnea. L’arretramento complessivo dell’economia europea e la probabile, ulteriore, diminuzione dei consumi italiani, derivante dalla forte pressione fiscale sui redditi fissi, desta molta preoccupazione sulla tenuta della produzione delle imprese piemontesi. Gli studi sul mercato del lavoro confermano le criticità occupazionali, in particolare per i giovani. Gli incentivi fiscali e previdenziali vanno perciò indirizzati verso quelle tipologie contrattuali, quale l’apprendistato, che potrebbero assicurare un futuro lavorativo e una maggiore stabilità. Una riforma del mercato del lavoro, seppur necessaria, non può bastare, se non si creano le condizioni per una crescita della nostra economia anche attraverso un intervento fiscale che favorisca reddito e consumo”.
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