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Il capodanno del Sermig: la riscoperta dell’etica la chiave per superare la crisi

Redazione Quotidiano Piemontese

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Duemila giovani e adulti al capodanno organizzato dal Sermig. Il cuore della serata è stato il gesto della restituzione. I partecipanti hanno rinunciato al cenone di capodanno, devolvendo l’equivalente della spesa ai progetti dell’Arsenale della Pace. L’ultimo è la ristrutturazione dell’ex eremo camaldolese di Pecetto, in provincia di Torino, dove nascerà un’accoglienza per giovani disabili e per il loro inserimento nel mondo del lavoro.Il capodanno dei giovani del Sermig si è concluso con la marcia silenziosa per le vie del centro di Torino, aperta dall’immagine di “Maria, Madre dei giovani”, icona russa donata da un non credente, con la benedizione di papa Benedetto XVI. 

Per Ernesto Olivero, è la riscoperta dell’etica la chiave per superare la crisi di questi anni, “una crisi di cuore, prima che politica ed economica”. Il fondatore del Sermig lo dice ai 2mila giovani e adulti di Torino e del resto d’Italia che hanno partecipato al cenone del digiuno e alla marcia della pace.

È il concetto è stato ripreso anche dall’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, nel suo saluto ai presenti. “Se vogliamo formare la famiglia umana,  non basta semplicemente donare delle cose. Devi donare te stesso! Anzi, devi rinunciare un po’ a te stesso per offrire ciò che sei, non solo ciò che sai o ciò che hai. Tu sei custode di tuo fratello, di ogni persona, di ogni uomo sulla terra. Dobbiamo allargare sempre di più questo orizzonte”.

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