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Al Sermig un capodanno diverso, per non dimenticare gli ultimi

Redazione Quotidiano Piemontese

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“Cenone del digiuno”. Sembra uno scherzo, un gioco di parole. Invece è la proposta del Sermig per un Capodanno alternativo. Come accade ormai da 28 anni, la sera del 31 dicembre l’Arsenale della Pace propone un momento di riflessione all’insegna della solidarietà. Una fetta di pane o una mezza scodella di riso: ecco il ‘menù’ previsto per questo cenone atipico. L’idea è condividere simbolicamente la vita dei più poveri e, per chi lo desidera, impegnare in progetti di sviluppo l’equivalente della spesa per un cenone tradizionale.

Appuntamento alle 20.30 nella Chiesa parrocchiale di San Gioacchino, in corso Giulio Cesare 10bis (non nell’auditorium dell’Arsenale come accadeva gli anni scorsi. La sala infatti è in ristrutturazione). La serata sarà un momento di incontro, ma anche uno sguardo sul mondo dei dimenticati e degli inascoltati: si susseguiranno testimonianze (atteso l’intervento di Ernesto Olivero, fondatore del Sermig), canti, messaggi e proposte. L’edizione 2011 è intitolata Non temere: è possibile, un motto che richiama tutti, credenti e non, alla speranza e alla responsabilità individuale. Durante la veglia sarà possibile sostenere le attività dell’Arsenale: tra i nuovi progetti c’è la ristrutturazione della Torre dell’Eremo a Pecetto Torinese, che diventerà un luogo di formazione e di accoglienza per ragazzi disabili.

Poi, alle 23, partirà la marcia della pace: una lunga catena di persone attraverserà il cuore della città per ricordare ai Torinesi che il dialogo e la pace non sono solo parole, ma possono diventare progetto in costruzione. La marcia si snoderà per Borgo Dora e Porta Palazzo, come a voler idealmente ricucire lo strappo tra le “due Torino”, quella del disagio sociale, acuito dalla crisi economica, e quella delle feste in piazza con le luci d’artista; infine raggiungerà il Duomo, dove a mezzanotte il cardinale Cesare Nosiglia celebrerà la Messa.

Info www.sermig.org

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