Asti
Asti e il suo nuovo Museo del Risorgimento Italiano
400mila euro di finanziamento comunale, 250mila regionale e 100mila della fondazione cassa di risparmio di Asti per un totale di 750mila euro relativo all’allestimento del nuovo museo del Risorgimento italiano. La sede è quella barocca di Palazzo Ottolenghi, in corso Alfieri, nel rione Cattedrale di Asti. Ora tutto è pronto.
Il nuovo museo, che non vuole imitare o paragonarsi a quello più ampio della vicina Torino, è un luogo di collezionismo dove si possono osservare molti reperti e cimeli donati, negli anni, da privati, eredi di chi il Risorgimento lo ha vissuto, dove i visitatori, studenti compresi, possano trovare informazioni precise sulla storia risorgimentale e sul suo significato nel territorio astigiano. L’Ottolenghi vuol diventare parte di un circuito di informazioni e notizie sui vari musei tematici, sulle iniziative, gli eventi, i convegni e le pubblicazioni relative a questa parte della storia d’Italia.
Poche sale, interessate da restauro conservativo, ospitano i vari pezzi del Risorgimento astigiano. Nella prima sala si può ammirare lo spazio architettonico, riportato ai suoi valori originari, adorno di quadi di Bauduc, Morgari, Pittatore, Pontremoli. Si procede poi verso la Quadreria, allestita come le antiche quadrerie con 21 ovali dipinti, a fine Ottocento, dal pittore astigiano Paolo Arri, su commissione di Leonetto Ottolenghi, antico proprietario dell’edifizio e il quadro di Lugina Sassi Battistotti, eroina astigiana delle Cinque giornate di Milano.
Accantonate le sale risorgimentali, il pubblico si piò dirigere verso il restaurato rifugio antiaereo dove, nella seconda sala si assiste ad una proiezione di 20 minuti, circa che illustra la storia dei rifugi di questo tipo e le vicende astigiane collegate. Si prosegue ai piani superiori con esposizione di pannelli didattici sul coinvolgimento della città nelle due guerre mondiali.
Per i non vedenti, postazioni tattili, strutture multimediali illustrano il museo.
Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese