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Giornata mondiale della disabilità. Storia di una disabile visiva e di Rudi, cane guida

Redazione Quotidiano Piemontese

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Sabato 3 dicembre è la Giornata mondiale della disabilità. Un modo per richiamare l’attenzione sulla vita di persone che, ogni giorno, affrontano problemi enormi che, con pochi gesti, potrebbero diventare, se non banali, almeno più sopportabili. Integrazione dei disabili, di qualsiasi tipo, giovani e non, acquisizione di informazioni, dati statistici, realtà associative, questo lo scopo principe dell’evento, voluto annualmente dall’Onu, organizzazione nazioni unite. I punti cardini della Giornata sono inclusione: ovvero l’occasione di un confronto tra tutte le parti sociali (governi, associazioni, organismi internazionali, etc.) per capire “il fatto” e il “da farsi” fino ad oggi; organizzare: dibattiti, incontri e campagne informative per promuovere i diritti delle persone con disabilità; celebrare:  la partecipazione delle persone con disabilità alla vita sociale di tutti i giorni, mostrando il contributo offerto; intervenire: favorire la partecipazione dei disabili alla vita sociale.

Un modo per presentare l’evento di quest’anno, è quello di far parlare direttamente chi la disabilità la conosce, la vive, l’affronta.

Il 27 novembre di quest’anno è ricorso il quinto anno di convivenza con Rudi, il mio meraviglioso cane guida. Tanti sono stati fino ad oggi i momenti di gioia, divertimento e serenità trascorsi in sua compagnia. Grazie alla sua presenza e al suo accompagnamento, sono riuscita a riconquistare, cosa importantissima, la mia indipendenza e libertà di frequentare occasioni e luoghi da me preferiti come cinema, teatro, musei ed altre attività di socializzazione. Dal primo giorno non mi sono mai separata da Rudi, faccio fatica ad intraprendere un’attività o anche un semplice gesto giornaliero senza impugnare il maniglione ed organizzarmi per averlo con me. Trascorriamo molto tempo insieme a casa, sul lavoro, in tutti gli altri spazi di vita relazionale”.

Sono le prime frasi del racconto di Renata Sorba, centralinista astigiana di 48 anni, disabile visiva dal 2005, medaglia d’argento nei campionati di tiro con l’arco e referente dell’Apri di Asti, associazione nazionale retinopatici e ipovedenti. Renata, che si definisce ex vedente, racconta le giornate con il suo cane guida, un labrador nero a cui è molto legata.

Dai primi mesi dal suo arrivo – continua Renata –  ho riscontrato però un calo di inviti a casa di amici e di passaggi in macchina. Sul momento la cosa mi aveva rattristata, ma ho compreso che gli amici non gradivano la presenza, come ‘animale’, di Rudi, ho, dunque, assorbito il disagio, motivando la loro resistenza e nello stesso tempo convincendomi che Rudi per me è troppo importante per rinunciarci.

L’utilizzo del cane guida mi ha sicuramente fatto riscoprire entusiasmi e il piacere delle piccole cose, come fare acquisti e piccole commissioni da sola, oltre che consolidare l’autonomia domestica e nella mobilità.

La dolcezza e la compostezza di Rudi, che cammina sempre a mio fianco per la città, suscita ogni giorno, da parte dei comuni cittadini, commenti ed effusioni molto positive, che mi lusingano molto. Sicuramente la nostra presenza sempre insieme e in simbiosi si percepisce anche dall’esterno”.

L’esperienza di prendere un aereo con Rudi non l’avevo ancora provata – conclude Renata – Qualche settimana fa ho potuto metterlo alla prova. Confesso che ero molto agitata, apprensiva nei suoi confronti e timorosa che questa nuova esperienza lo agitasse. Invece, ha affrontato il viaggio sull’aereo con molta sicurezza e tranquillità. Confrontandomi con Davide Ballabio, il suo addestratore del centro di Limbiate, ho colto che la sicurezza e la determinazione del cane guida è determinata dall’approccio positivo che ha il suo conduttore. E’ stata un’esperienza bellissima e sicuramente la ripeteremo. Le leggi vigenti sul cane guida ci permettono di viaggiare sui mezzi di trasporto e di entrare nei luoghi pubblici, anche se non esiste una legge che permetta al non vedente di tenerlo sul posto di lavoro. Inoltre, non è consentita quella pausa, di circa 15 minuti, per permettere al cane l’espletamento dei suoi bisogni fisiologici.

Un altro problema che ho riscontrato in Italia e all’estero, in particolare in una stazione ferroviaria o area riservata ai taxi, è che il taxista si rifiuta di caricare il cane guida, nonostante la legge lo preveda”.

 

Nelle foto: Renata Sorba e il suo labrador di nome Rudi

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