Cultura
Se i docenti ‘universitari’ sono poeti a braccio, zampognari e cantori sardi
Ultimamente si parla spesso di riscoperta della tradizione popolare: c’è chi la vive come una moda e chi più o meno goffamente cerca di piegarla a rivendicazioni politiche. Ma forse gli unici veramente titolati a ‘salire in cattedra’ per parlare di cultura popolare sono quelli che quotidianamente la vivono e la trasmettono. Detto fatto: nelle prossime settimane Torino sperimenta l’esperienza delle ‘cattedre ambulanti’ ideate dalla Rete Italiana di Cultura Popolare. Passeggiando per le vie del centro potrà capitare di incontrare cantori, poeti e zampognari: i protagonisti diretti di tradizioni antiche, tutte in qualche modo connesse il Natale.
Un po’ lezione, un po’ spettacolo, un po’ incontro: ecco la ricetta delle cattedre ambulanti. Qualcosa del genere è già accaduto a settembre, con il Festival dell’oralità popolare. In quell’occasione (e possiamo scommettere che nel prossimo mese vedremo scene simili) la gente, quasi calamitata, formava grandi cerchi spontanei per ascoltare il racconto di esperienze millenarie, dalle pratica della taranta in Puglia e Campania ai riti legati al raccolto del riso nel nord Italia. Non c’è da stupirsi: i giovani torinesi del 2011 hanno senz’altro più familiarità con un I-phone che con una zampogna, ma forse è proprio per questo che l’antico li affascina, perché testimonia un’autenticità difficile da trovare altrove. I ragazzi saranno gli interlocutori privilegiati delle cattedre amulanti: a loro, nati e cresciuti nella post-modernità ma pur sempre eredi di nonni contadini e artigiani, la Rete Italiana di Cultura Popolare guarda con entusiasmo e fiducia.
Le lezioni-spettacolo si tengono dal 9 dicembre all’8 gennaio nel centro di Torino, ma anche in spazi decentrati (via Artom) e biblioteche civiche. Ed ecco i protagonisti del progetto: i quintetti d’ottoni del nord, che nella tradizione contadina scandivano importanti momenti della vita come mietitura e vendemmia, ma anche matrimoni e funerali; i poeti a braccio del centro, che usano come base l’endecasillabo dantesco riempiendolo ogni volta di contenuti nuovi e cimentandosi in avvincenti gare di versificazione; gli zampognari del Sud, immancabili protagonisti del Natale e delle scene di vita agreste; i cantori ‘a tenore’ dalla Sardegna, eredi di una tradizione così unica da essere divenuta patrimonio dell’Unesco. Per vedere il programma completo degli appuntamenti clicca qui
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