Cultura
Quotidiano del Torino Film Festival: le notizie di mercoledì 30 novembre
I più grandi di tutti. Da domani al Tff il secondo film italiano in concorso. Leggi la recensione
L’era legale. Presentato questa mattina l’esplosivo mockumentary sulla Napoli del 2020. Leggi la recensione
Tayeb, khalas, yalla. Un “bamboccione” mediorientale vive con l’anziana madre e lavora svogliatamente nella pasticceria di famiglia. In maniera del tutto inattesa la madre scompare lasciando il figlio completamente disorientato. Corrosiva satira sulla solitudine e sulle idiosincrasie del (di un) maschio mediorientale, Tayeb, koala, yalla di Rania Attieh e Daniel Garcia è commedia gradevolissima con un protagonista (il bravissimo Daniel Azrouni) perennemente fuori posto, incapace di rapportarsi con gli altri e allo stesso tempo desideroso di amicizia. Un piccolo vicino di casa, una donna conosciuta per un sms finito per caso nel suo cellulare e una domestica etiope sono le figure con cui prova a colmare la lacuna affettiva. Ma, forse, è più facile convivere con un canarino.
Cabiria al TFF. Leggi il post di Gabriele Farina su Torino 29
Ganjeung. Perché lo scorpione punge la rana che gli fa attraversare lo stagno? Viene in mente la favoletta wellesiana al termine di Gangeung (A confession) del coreano Park Su-min. Il suo protagonista, l’ex agente di polizia Park, è un torturatore in piena crisi di coscienza. Ossessionato dal male che ha causato alle sue vittime conosce una donna che cerca invano di avvicinarlo alla religione. Quando la donna viene assassinata, Park si vede costretto a fare i conti con se stesso, con la propria coscienza e con il proprio incancellabile passato. Film di grande tensione morale e narrativa, tutto incentrato sull’ineludibilità della nostra natura, l’opera di Park Su-min offre un’inedita declinazione religiosa e drammatica al cinema di genere sudcoreano che tanti consensi ha raccolto nell’ultimo decennio. Da tenere in considerazione per il premio di miglior lungometraggio della sezione principale dove dovrà vedersela con una mezza dozzina di titoli fra i quali, al momento, spiccano Le vendeur, 17 filles e Seh-on-nim.
Navigatore TFF. Ore 10 Massimo 1 Dernière séance di Laurent Achard; ore 12 Massimo 1 Sic Fiat Italia di Daniele Segre; ore 14 Massimo 1 Terri di Azazel Jacobs; ore 16:30 Massimo 1 Sangue do meu sangue di Joao Canijo; ore 20 Massimo 3 Il corpo del Duce di Fabrizio Laurenti; ore 22:30 Massimo 1 388 Arletta Avenue di Randall Cole.
Ricordando De Seta. Per ricordare il regista Vittorio De Seta, scomparso lunedì scorso all’età di 88 anni, mercoledì 30 novembre alle ore 19:45 al Reposi 5 verrà proiettato Diario di un maestro. L’ingresso è gratuito.
Assente il regista iraniano. Dall’Iran è arrivato Seh-o-Nim (Three and a half) di Naghi Nemati. Il regista, però, è rimasto nel suo paese giustificando la propria assenza con la stesura di una nuova sceneggiatura. Il direttore del TFF Gianni Amelio ha dunque presentato da solo la pellicola: “La ragione per cui il regista non è qui è che sta lavorando a una nuova sceneggiatura. Io dico che si può lavorare a uno script anche in aereo e persino in sala con un lumicino. Spero che dietro a questa assenza non ci siano altre motivazioni”. Hamid Ziarati, scrittore iraniano residente a Torino, ha ricordato come nel suo paese di origine sia in corso “un attacco a 360° nei confronti di attori, registi e documentaristi che per un motivo o per l’altro non possono lavorare. E tantomeno accompagnare i loro film nei festival internazionali”. Il film di Nemati ha come protagoniste Hanieh, Homa e Banafsheh, tre detenute che, ottenuto un permesso di libera uscita, decidono di scappare verso Nord per sconfinare clandestinamente. Niente, però, andrà secondo programma. Pellicola dall’atmosfera “nordica”, in Seh-o-Nim c’è un Iran diverso dall’iconografia cinematografica classica: pioggia, nebbie e un mar Caspio che sembra il Baltico.
Sette opere di misericordia. Il pluripremiato film dei fratelli De Serio è finalmente approdato nella loro città natale. Venerdì 2 novembre alle 19:30 la replica al Reposi 5. Leggi l’intervista
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