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Cultura

Quotidiano del Torino Film Festival: le notizie di lunedì 28 novembre

Davide Mazzocco

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SPECIALE TORINO FILM FESTIVAL

Sette opere di misericordia. Il pluripremiato film dei fratelli De Serio approda finalmente nella loro città natale. Leggi l’intervista

Ulidi piccola mia.  Mateo Zoni si muove con pudore e con affetto pedinando Paola: nella comunità nella quale cerca di sciogliere i nodi che la vita ha stretto, nella casa di campagna nella quale vorrebbe tornare ma nella quale non riesce più a stare. Come diceva Guido Morselli “la felicità non è un lusso” e l’ostinata ricerca di Paola è molto più universale di quanto si possa credere.

Fascia blu il sistema funziona. La modalità introdotta lo scorso anno ha ridotto al minimo le code all’ingresso e il rischio di restare fuori dalle proiezioni all’ultimo minuto perdendo così la possibilità di vedere un film proiettato in contemporanea. La modalità è regolata da un software e gli orari sono inderogabili. Chi vuole prenotare un biglietto per la fascia blu di martedì 29 novembre può farlo dalle 12 del 28 novembre alle 13 del giorno stesso. Alle 13 si chiude è non è più possibile acquistare biglietti blu per quello stesso giorno. Gli inventori del sistema? Quei geniacci del Festival di Berlino, altro festival che fa sempre il pieno di pubblico.

Navigatore TFF. Ore 9:30 Reposi 3 Attack the block di Joe Cornish; ore 11:30 Massimo 1 La guerre est declarée di Valérie Donzelli; ore 15 Reposi 4 Anche gli uccelli uccidono di Robert Altman; ore 17 Reposi 3 Vergiss dein ende di Andreas Kannengiesser; ore 19 Massimo 1 Sette opere di misericordia di Gianluca e Massimiliano De Serio; ore 22 Massimo 1 Nashville di Robert Altman.

Cellulari. Diceva Mark Twain che l’uomo è l’unico animale capace di arrossire e che dovrebbe farlo più spesso. Al cinema, però, l’erubescenza non si nota e, quindi, è tutto uno squillare di cellulari (anche e soprattutto) nelle proiezioni riservate agli addetti ai lavori. Ci si chiede spesso se il telefono stia squillando nel film o nella realtà. Ma la risposta arriva presto: quando, in sala, inizia la conversazione invece di un educato spegnimento.

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