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Economia

Il Consiglio Comunale aperto sul caso Fiat a Torino: cronaca di molte domande e poche risposte

Redazione Quotidiano Piemontese

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Molte le domande concrete dai politici e dalla società civile alla Fiat,  rappresentata da Paolo Rebaudengo responsabile delle relazioni esterne del Lingotto, nel Consiglio Comunale aperto che si è svolto a Torino. Poche le risposte di Fiat che ha detto di aver già detto tutto sul suo futuro . Quattro erano i punti salienti di cui si è discusso in Sala Rossa: produzione, indotto, cassa integrazione, rapporto con Torino. Durante tutto il Consiglio davanti al Municipio di Torino ci sono stare diverse manifestazioni di lavoratori, NoTav e centri sociali.

Sono intervenuti fra gli altri i politici: Gilberto Pichetto Fratin, Renato Cambursano, Stefano Allasia, Marco Calgaro, Deodato Scanderebech, Cesare Damiano, Annamaria Cuntrò, Carlo Chiama; i sindacalisti: Federico Bellono, Donata Canta, Giovanni Cortese, Luca Panzanella; i consiglieri comunali: Domenico Mangone, Maurizio Marrone, Vittorio Bertola, Michele Curto, Ferdinando Berthier.   Potete leggere degli estratti dai loro interventi nella nostra diretta su Twitter e la diretta di #openconsiglio_to

L’apertura del Consiglio è toccata a Tom Dealessandri vicesindaco diTorino che ha riassunto gli eventi degli ultimi anni della storia industriale di Fiat.

Rebaudengo ha ricordato che “la presenza della Fiat in consiglio comunale è assolutamente inusuale perché non è solita intervenire a questo tipo di iniziative. Lo dico per evitare che rappresentanti di altre istituzioni possano pensare che si possa replicare. L’intervento di oggi avviene per rispetto istituzionale nei confronti della città che fa parte dell’acronimo della società che rappresento. Quella del 2008 è stata una crisi travolgente che si è ripercossa su tutti i mercati del mondo e ha interessato per la prima volta tutte le linee di business della Fiat, una crisi complessiva che ha riguardato tutto il sistema”.

Per l’assessore al Lavoro della Regione Piemonte, Claudia Porchietto: “Mai come oggi risulta fondamentale che Fiat chiarisca la propria posizione circa gli investimenti che intende effettuare. Lo chiedono migliaia di lavoratori ma soprattutto lo domandano le istituzioni che tanto hanno fatto per sostenere il comparto automobilistico in questi ultimi anni. Fiat ha fatto molto nella sua storia per lo sviluppo di Torino, ma altrettanto hanno fatto le istituzioni locali e l’uscente governo Berlusconi. Non è pensabile però che Fiat attenda la ripresa per avviare gli investimenti perché le istituzioni locali possono intraprendere politiche industriali serie solo conoscendo la tempistica degli investimenti dell’azienda automobilistica torinese”.

Paolo Rebaudengo ha poi replicato:”Non intendiamo tollerare che siano fatte manipolazioni, Sono stato disturbato da certe affermazioni: non esiste una logica da pistola alla tempia ci sono scelte. La Fiat non può tornare a vecchio schema di relazioni industriali. “Da anni richiedeva di avere delle regole con cui operare con certezza. Vogliamo fare della fiat un’azienda competitiva nel sistema paese. Fiat ha la volontà di fare industria in Italia a condizioni competitive.”

Ha concluso il Consiglio Piero Fassino: “Una vicenda strategica come questa di fiat richiede un intervento forte della politica locale e nazionale. La risorsa principale di un sito produttivo sono i lavoratori. Ricercare il consenso dei lavoratori. migliora la produttività. L’alleanza con la Chrysler ha determinato un cambiamento per fiat che è diventata attore di dimensione mondiale”.

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