Economia
Fiat: secondo Marchionne occorre mettere da parte anni di contrattazione aziendale “obsoleta”
Nella serata di martedì l’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne ha reso pubblica una nota in cui sostiene che: “La lettera inviata ieri alle organizzazioni sindacali ha un aspetto esclusivamente tecnico in quanto altro non è che la disdetta formale degli accordi in vigore, alcuni dei quali risalenti agli anni Settanta. Questa iniziativa fa seguito alla nostra decisione di uscire dal sistema confindustriale, e come tale era ampiamente attesa dagli addetti ai lavori.
Nelle settimane scorse ho pubblicamente confermato che tutti gli stabilimenti dell’auto in Italia, ad eccezione di Termini Imerese, avranno una precisa missione con nuovi prodotti e che, non avendo ridotto la nostra forza lavoro nel momento peggiore della crisi, non intendiamo farlo ora che stiamo lavorando alla realizzazione delle condizioni per crescere nel futuro. Ribadisco il nostro semplice obiettivo di voler allineare il nostro sistema produttivo italiano agli standard richiesti dalla concorrenza internazionale e di dotarlo degli strumenti per competere con i migliori.
La comunicazione fatta ieri alle organizzazioni sindacali per recedere dagli accordi aziendali del passato rientra a pieno titolo nelle iniziative intraprese per migliorare la competitività e l’efficienza della nostra struttura produttiva.Prima di tutto è necessario mettere da parte anni di contrattazione aziendale obsoleta e non più coerente con le condizioni attuali, e il contemporaneo impegno da parte della Fiat di definire al più presto possibile con le Organizzazioni Sindacali accordi più moderni in grado di assicurare la flessibilità e la governabilità degli stabilimenti, ma anche di garantire alle persone condizioni di lavoro migliori e adeguati trattamenti economici.
Il nostro orizzonte è lo sviluppo e ci stiamo muovendo nell’unica direzione possibile per ottenere la capacità competitiva necessaria. Crediamo che continuare su questa strada sia una nostra precisa responsabilità nei confronti dei lavoratori della Fiat e del Paese”.
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