Cittadini
Piemonte, nessuna “emergenza rom”: il Consiglio di Stato boccia i “commissari straordinari”
Illegittimo lo stato di emergenza dichiarato per far fronte alla presenza di insediamenti di comunità rom e sinte sul territorio italiano: con una sentenza resa pubblica il 18 novembre, il Consiglio di Stato boccia il Piano nomadi e rende giustizia all’Associazione per la difesa dei diritti dei rom, European Roma Rights Centre Foundation e a due abitanti del campo Casilino 900 di Roma, promotori del ricorso contro la presidenza del Consiglio ed altri. La vicenda riguarda anche il Piemonte e Torino in particolare, visto che “lo stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi” era stato decretato il 21 maggio 2008 dall’allora premier Berlusconi insieme ad alcune ordinanze attuative tra le quali la nomina del prefetto del capoluogo piemontese “commissario delegato per la realizzazione di tutti gli interventi necessari al superamento dello stato di emergenza” nella regione.
In data 16 novembre 2011, con sentenza n. 6050, il Consiglio di Stato ha stabilito “l’illegittimità del decreto del presidente del Consiglio dei Ministri del 21 maggio 2008” in quanto, si legge nelle motivazioni, “non si evincono precisi dati fattuali che autorizzino ad affermare l’esistenza di un nesso tra la presenza sul territorio di insediamenti rom e una straordinaria ed eccezionale turbativa dell’ordine e della sicurezza pubblica nelle aree interessate. Il riferimento a “gravi episodi che mettono in pericolo l’ordine e la sicurezza pubblica”, inoltre, non risulta supportato da una seria e puntuale analisi dell’incidenza sui territori del fenomeno considerato. Infine il Consiglio di Stato ha riscontrato un difetto nell’istruttoria e nella motivazione retrostanti alla dichiarazione dello stato di emergenza.
La sentenza chiarisce anche che l’illegittimità dello stato di emergenza comporta, come conseguenza, l’annullamento delle ordinanze di nomina dei commissari straordinari per l’emergenza e di tutti i successivi atti commissariali in quanto adottati in carenza di potere.
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