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A Torino doppio concerto per Zucchero e il suo Chocabeck World Tour

Redazione Quotidiano Piemontese

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Fornaciari Adelmo: presente. Passano gli anni e lui resta al suo posto: modi da ragazzaccio degli ultimi banchi, ma sempre tra i primi in classifica, stile da rockstar impenitente, aria di uno che ha sempre indovinato l’idea giusta al momento giusto. E visto il successo degli ultimi album si fa fatica a smentirlo. Fornaciari Adelmo, in arte Zucchero (o semplicemente Sugar, come ormai ci siamo abituati a chiamarlo sull’onda delle platee internazionali) arriva al Palaolimpico Isozaki di Torino sabato 26 e domenica 27 novembre, con un duplice concerto da sold out (o quasi). Tutti a caccia di biglietti per aggiudicarsi un posto al Chocabeck Tour.

Dopo un anno di interviste e programmazioni radiofoniche, il nome dell’album (e del tour collegato) non sorprende più, ma i primi tempi destava un certo stupore. “Vallo a spiegare agli Americani che vuol dire Chocabeck” commentava ridendo Zucchero. Ma in realtà anche per gli Italiani (esclusi forse i nativi di Reggio Emilia) il significato era un po’ oscuro. Chocabeck è un’espressione dialettale, un’onomatopea che mima il battere del becco degli animali. “Con questa parola, quando ero piccolo, mio padre annunciava il dolce della domenica”, racconta il cantautore. Erano i tempi durissimi del dopoguerra: tanto da lavorare, quasi niente da mangiare. Così anche il dolce della domenica, il chocabeck appunto, esisteva solo nella fantasia e bisognava accontentarsi di assaporarne il suono. A distanza di tanti decenni (che ormai sembrano secoli) quegli scampoli di vita difficile, eppure a volte così serena, tra le corse nei campi e i riflessi del sole sulla pianura padana, sono diventati un lavoro discografico di grande impatto emotivo.

Ne fanno parte piccoli colpi di genio, come E’ un peccato morir, canzone che sceglie la forma della preghiera, ma naturalmente si tratta di una preghiera molto sui generis, lode del creato e del corpo, un po’ Miserere e un po’ Libiam ne’ lieti calici. L’album è arricchito da alcune collaborazioni di prestigio: vi ha lavorato Francesco Guccini, coautore di Un soffio caldo. Anche lui emiliano fino al midollo, Guccini è un uomo d’altri tempi, che ai ritmi forsennati imposti dalle major discografiche sa ancora contrapporre il lavoro della tartaruga e l’approccio ‘slow’: “Dopo aver ascoltato la musica – spiega divertito Zucchero – Francesco ha chiesto un po’ di tempo per pensare a un buon testo. Gli ho risposto che poteva fare con calma e lui mi ha preso in parola: dopo due mesi aveva scritto un paio di versi”. Chocabeck vuol dire tornare alle origini, un recupero particolarmente apprezzabile in un cantautore dell’anima nera e blues, che tante volte ha guardato oltre oceano in cerca di ispirazione.

Come i frequentatori dei suoi concerti ben sanno, Zucchero non è uno che lesina sugli allestimenti: un certo gusto per il kolossal fa parte del suo modo di essere. In questo caso ha optato per una scenografia barocca, con un gigantesco baule che si apre scoprendo l’intera band, una formazione ampia, che oltre ai tradizionali strumenti pop include anche sezioni di archi e di fiati.  E del resto l’intero tour è stato disegnato pensando in grande. Partito il 9 maggio, ha toccato le principali città europee, a cominciare naturalmente dall’Italia, dove si è imposto per ben quattro sere in uno dei templi della musica nostrana: l’arena di Verona. La tappa torinese è una delle ultime della sezione autunnale: poi Zucchero si prepara a conquistare l’Australia e gli Stati Uniti.  

Zucchero Fornaciari in concerto. Palaolimpico Isozaki (c.so Sebastopoli 123) sabato 26 e domenica 27 novembre. Il costo dei biglietti varia da 34,50 a 60 €. Info www.setuplive.com

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