Piemonte
Ici e federalismo: le scelte del governo Monti piacciono a Fassino, meno a Cota
Il Piemonte si spacca sull’appoggio al governo Monti. Da un lato il sindaco democratico di Torino, Piero Fassino, che definisce su Repubblica una “scelta giusta” la reintroduzione dell’Ici sulla prima casa. Dall’altro il governatore leghista Roberto Cota, che in virtù del ritrovato movimentismo del suo partito (diventato l’unico partito d’opposizione, almeno in parlamento) parla di “un esecutivo di banchieri” che vuole solo “colpire le fasce deboli”.
FASSINO E L’ICI. La tassa “va accompagnata da misure che nelle politiche degli enti locali distinguano le spese correnti, che vanno ridotte, dagli investimenti per lo sviluppo che vanno promossi”. Per il sindaco di Torino la sua reintroduzione è comunque una scelta necessaria: “Quando il governo Berlusconi l’aveva abolita, non l’aveva sostituita con pari trasferimenti ai Comuni, con il risultato che gli enti locali si sono trovati nell’alternativa tra aumentare le tariffe o ridurre i servizi, facendo pagare le conseguenze ai cittadini”.
In tal senso l’ultimo segretario dei Ds si augura che “il governo lascerà ai Comuni il gettito della tassa sulla casa” in modo che “i Comuni non sarebbero obbligati a chiedere altre risorse allo Stato”. In ogni caso “l’Ici andrà applicata con la giusta progressività , tenendo conto dei redditi e del valore degli immobili. Essendo un’imposta sugli immobili è una forma di patrimoniale”. E ricorda che “in questi anni, ad aver ridotto di più le spese sono stati gli enti locali, ma i dati dicono che il 55% della spesa pubblica viene dall’amministrazione centrale”.
COTA E IL FEDERALISMO. Il presidente della Regione è intervenuto a margine del congresso della Lega a Torino: ”La Lega Nord non è una forza di occupazione del potere, ma per le riforme. Questo governo non è eletto dal popolo e appare come un esecutivo di banchieri. Dice di voler reintrodurre l’Ici sulla prima casa, andando così a colpire anche le fasce più deboli; e poi non ci ha dato garanzie concrete sul federalismo”. Insomma, il nuovo esecutivo – almeno in Piemonte – è riuscito finora solo ad aumentare la distanza tra Palazzo di Città e Palazzo Lascaris.
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