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Sanità regionale all’ultima spiaggia: “O un sistema a rete o il collasso”

Redazione Quotidiano Piemontese

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Per la sanità piemontese “abbiamo individuato un sistema a rete con una gerarchia legata alle funzioni da svolgere. È una proposta che si può modificare senza però perdere tempo. Deve essere chiaro che o si fa questa riforma oppure rischiamo il collasso”. A sottolinearlo giovedì a La Stampa è stato lo stesso assessore regionale alla Sanità, Paolo Monferino, che ha illustrato ai suoi colleghi consiglieri un progetto di riforma fatto di tabelle colorate e reti gerarchiche. Vediamo a grandi linee in cosa consiste, così come riportato sul quotidiano torinese.

POLO DELLE MOLINETTE. Cinque strutture di riferimento che garantiscono gli interventi di alta complessità: Molinette, Cto, Regina Margherita, Sant’Anna e Oftalmico (che verrà preservato insieme al Dermatologico). Monferino ha comunque spiegato che queste strutture continueranno a svolgere anche un servizio di prossimità in rete con Moncalieri, Chieri e Carmagnola.

POLO DEL SAN LUIGI. Orbassano sarà il punto di riferimento della seconda azienda ospedaliera-universitaria. Rivoli e Pinerolo diventeranno strutture cardine, mentre gli altri ospedali saranno utilizzati a servizio del territorio.

IL MARTINI. “Continuerà – parola di assessore – ad essere sede di un Dea, un dipartimento delle emergenze di primo livello”.

L’AMEDEO DI SAVOIA. Attualmente l’azienda ospedaliera ha due strutture di riferimento: Torino Nord Emergenza e il Maria Vittoria. Chivasso, Ivrea e Cirié sono invece gli ospedali cardine con funzione di prossimità, ma anche di assistenza sovracomunale. Monferino si è limitato a confermare la volontà della giunta di assicurare all’Infettivologia un ruolo chiave nel sistema sanitario piemontese.

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