Economia
Fistel lancia un appello per il settore della comunicazione in Piemonte
È un grido di dolore quello lanciato dalla Fistel Cisl piemontese. Il settore della comunicazione regionale è in ginocchio. Occorre agire in fretta, prima che sia troppo tardi e che l’emorragia di posti di lavoro porti alla scomparsa di intere filiere.Il segretario regionale, Nicola Milana ha illustrato la mappa della crisi: “Nel biennio 2010/2011 è aumentato in maniera esponenziale l’utilizzo della cassa integrazione ordinaria, straordinaria ed in deroga. Tra piccole e grandi aziende i dipendenti coinvolti sfiorano le 6 mila unità, mentre per altri 2 mila si è aperta la strada del prepensionamento”.
Sono una quindicina le imprese che hanno definitivamente cessato l’attività, coinvolgendo 2500 lavoratori; un caso per tutti: il call center Phonemedia, anche se sono soprattutto le cartiere a pagare il conto più salato. Alla base di una profonda crisi strutturale, dovuta essenzialmente alla forte sovracapacità produttiva e al progressivo ed inarrestabile declino della carta.
Secondo la rivelazione 2011 di Assografici, dal 2006 al 2010 gli addetti della filiera della carta, editoria e stampa sono scesi a livello nazionale da 253.415 a 229.610, con una perdita di circa il 10 % degli addetti; mentre i fatturati nello stesso periodo sono calati del 12%.
In Piemonte ciò ha significato la chiusura di cartiere, il fallimento di aziende grafiche e cartotecniche di piccole e medie dimensioni. Per questo, la Fistel Cisl chiede alle istituzioni locali un tavolo specifico sulla crisi dei settori cartaio-cartotecnico e grafico editoriale. Altra spina nel fianco, sempre seconda la federazione della comunicazione regionale Cisl, è la Rai. A Torino è presente infatti il secondo insediamento nazionale dopo Roma. Vi lavorano più di mille persone, comprese fra il Centro di Produzione e gli uffici amministrativi di via Cernaia, l’Orchestra Sinfonica Nazionale, il Centro Ricerche e la Sipra, concessionaria di pubblicità.
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