Cronaca
Juventus Stadium: si allargano le indagini sul gruppo Marcegaglia
Un articolo di Libero riportato da Giornalettismo racconta i retroscena dell’inchiesta torinese sullo Juventus Stadium che ha portato alla luce la fornitura di acciaio sotto i livelli qualitativi prescritti, sulla mancata sospensione cautelativa dell’utilizzo dello stadio e sull’apertura di ulteriori indagini sul gruppo Marcegaglia.
Guariniello sta infatti coordinando l’inchiesta dei pm Andrea Beconi e Gabriella Viglione sulla costruzione dello Juventus stadium. I magistrati procedono per delitto colposo di danno in relazione al possibile crollo di costruzioni e per falso ideologico e frode in commercio. Questo ultimo capo di accusa è proprio quello che riguarda la fornitura di acciaio di livello inferiore a quello richiesto per ragioni di sicurezza da parte dello stabilimento in provincia di Udine del gruppo Marcegaglia. L’azienda del presidente di Confindustria si è difesa sostenendo di avere rispettato alla lettera gli ordinativi tecnici della commessa, e aggiungendo che comunque la fornitura è avvenuta da parte di una associazione temporanea di imprese che aveva altri protagonisti. Fra le carte dell’indagine è così spuntata anche un’azienda del padovano, la Fip di Selvazzano Dentro che avrebbe lavorato l’acciaio per la subfornitura.
Alla vigilia della partita casalinga fra Juventus e Genoa proprio Guariniello aveva spinto per la decisione di mettere i sigilli allo stadio e non consentirne l’utilizzo fino a indagini inoltrate. In una accesa riunione in procura però a sostenere che il provvedimento sarebbe risultato eccessivo è stato il procuratore capo, Giancarlo Caselli. Subito dopo in prefettura il caso è stato esaminato insieme al sindaco di Torino, Piero Fassino e ai legali della Juventus (che nella vicenda risulterebbe parte lesa) e la partita è stata regolarmente giocata. Guariniello però come è nelle sue abitudini, non demorde. In un decreto di perquisizione e sequestro della documentazione affidato alla polizia giudiziaria prima ha chiesto di acquisire agli atti tutte le fatture e bolle di accompagnamento del gruppo Marcegaglia per i lavori dello Juventus Stadium, oltre alla «documentazione relativa ad eventuali prove e/o controlli di qualità sui predetti materiali eseguiti dal produttore e/o fornitore, dalle ditte di lavorazione, nonché presso i laboratori Xenova, San Marco e I.S.S. di Genova e/o altri eventuali laboratori di analisi ».
Poi ha chiesto di sequestrare tutta la documentazione anche legale eventualmente riscontrabile fra le ditte della fornitura e subfornitura, anche per verificare la tesi difensiva del gruppo Marcegaglia che scaricava su altre aziende ogni responsabilità . Viste quelle carte il procuratore aggiunto di Torino e i suoi collaboratori hanno invece deciso di allargare ancora di più il raggio dell’inchiesta, verificando procedure e materiali di fornitura da parte delle aziende del gruppo Marcegaglia anche verso altri committenti per opere pubbliche e infrastrutture che nulla hanno a che vedere con la vicenda dello Juventus Stadium. La ratio della indagine mira probabilmente a verificare parallelamente procedure, analisi di qualità dei materiali e forniture con casi confrontabili a quello dello stadio torinese. Ma il sospetto della procura è anche quello di un coinvolgimento diretto e non proprio isolato del gruppo Marcegaglia in quella ipotesi di indagine sulla frode commerciale.
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