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La Regione taglia i fondi al Treno della Memoria, tra le proteste di cittadini e storici

Redazione Quotidiano Piemontese

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Il treno della memoria: ecco un altro progetto che rischia di soccombere sotto la scure dei tagli. Dal 2005, ogni anno, un treno pieno di ragazzi parte dall’Italia per avventurarsi in un viaggio nella storia e nel dolore. Destinazione Auschwitz. Nessuna retorica, nessuna ideologia politica: solo il desiderio di confrontarsi con una delle ferite più profonde della storia umana.  Dalla scoperta di luoghi e persone che hanno vissuto la seconda guerra mondiale, gli studenti delle scuole superiori imparano a diventare testimoni di quegli anni e di quegli eventi, in un momento in cui le testimonianze dirette cominciano a scomparire. Finora hanno partecipato al progetto oltre 13.000 ragazzi di tutta Italia. Ma c’è un paradosso. Il Piemonte, che ha visto nascere e crescere l’esperienza, ora la vuole abbandonare. Nei prossimi anni il treno ospiterà giovani provenienti da 10 regioni, ma forse nessun Piemontese.

E dire che, all’inizio, gli unici a poter beneficiare dell’esperienza erano proprio i ragazzi torinesi. Poi l’invito è stato progressivamente allargato, fino a includere tutta Italia. La decisione della Regione di tagliare i fondi al progetto ha generato una levata di scudi di intellettuali e storici, ma anche di semplici studenti e genitori. Così l’associazione Terra del fuoco, che tutti gli anni organizza il Treno, ha lanciato un appello per salvare l’esperienza del viaggio. “Senza memoria non c’è futuro”, fanno notare i responsabili. Sono state raccolte migliaia di firme, di cui quasi 5.000 tramite la rete. La lista dei firmatari comprende molti nomi illustri, dal giurista Gustavo Zagrebelsky allo storico Giovanni De Luna, curatore della mostra Fare gli Italiani, dal regista Marco Ponti all’ex sindaco di Torino Diego Novelli.

Gli aderenti alla protesta hanno deciso di scrivere al presidente della Regione Roberto Cota e all’assessore alla cultura Michele Coppola. “Molti giovani hanno fatto la scelta di investire il loro tempo, le loro capacità, la loro professionalità e la loro passione in un progetto educativo rivolto ad altri cittadini, ancora più giovani di loro – si legge nella lettera – Contrariamente a quello che viene spesso detto della loro generazione, questi ragazzi hanno deciso di affrontare la nostra storia per provare a costruire una cittadinanza più consapevole. La vera forza del Treno della Memoria è stata ed è riuscire a dare a tutti l’opportunità di fare un’esperienza, senza gravare sull’economia delle famiglie – proseguono i firmatari – Non vogliamo che a pagare gli errori di questa classe dirigente siano i giovani e le famiglie che non avranno la possibilità economica e culturale di offrire ai propri figli un’esperienza educativa e umana estremamente utile per la loro crescita”.

 

E’ possibile sottoscrivere l’appello e scaricare la lettera sul sito www.piemontesenzamemoria.net 

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