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Cronaca

Dopo la gaffe sugli omosessuali l’arcivescovo Nosiglia si scusa: “Sono stato interpretato male”

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Se la cava cristianamente l’arcivescovo Cesare Nosiglia, nell’occhio del ciclone dopo le ambigue parole sull’omosessualità come malattia da curare: “L’interpretazione data a una frase del parere sulla legge regionale 79 è stata eccessiva rispetto alle intenzioni: non c’è alcuna volontà di identificare l’omosessualità con una malattia da curare, però c’è l’impegno di far sì che ci sia una visione globale del problema inserito in una prospettiva cristiana dell’uomo e della famiglia”. Quale sia questa “visione globale del problema inserito in una prospettiva cristiana” resta un mistero, se non della fede, di qualcosa che ci assomiglia molto. Eppure l’arcivescovo ci ha provato, si è – a modo suo – scusato:

“La nostra Chiesa continua a perseguire un atteggiamento di incontro e di accoglienza delle persone omosessuali, credenti e non, come finora si è fatto con frutto”. Nosiglia si è detto addirittura disponibile a un incontro tra il vicario episcopale Valter Danna e la deputata lesbica del Partito democratico Paola Concia, che ha accettato volentieri: “Ringrazio l’arcivescovo per aver risposto alla mia richiesta di incontro con una delegazione delle associazioni torinesi. La prossima settimana sarò a Torino per partecipare alla conferenza dell’Ilga, dal 27 al 29 ottobre: potrà essere l’occasione per un incontro sereno e costruttivo”. In quei giorni Torino ospiterà infatti il congresso annuale di Ilga-Europe, sezione europea dell’International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association. Chissà se la Concia restituirà l’invito al vicario episcopale.

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