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Biella

Baranes: “Dopo il fallimento della Grecia potrebbe toccare all’Italia”

Redazione Quotidiano Piemontese

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In una sala gremita di appassionati di finanza e semplici cittadini, venerdì 21 ottobre sera allo spazio espositivo “Comunità Artistica” a Biella si è tenuta la conferenza “Default Italia: non con i miei soldi” organizzata dalla Banca Etica di Biella e Vercelli. Il relatore è stato Andrea Baranes, giovane esperto economista attualmente impegnato nella Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, oltrechè collaboratore della Fondazione Culturale di Banca Etica e del sito di informazione www.sbilanciamoci.info.

L’intervento di Baranes ha cercato di rendere più chiari alcuni meccanismi della finanza, che per molti italiani e biellesi rischiano spesso di rimanere oscuri se non mostrati esplicitamente: «Se non possono fallire le banche e non possono fallire gli Stati – ha spiegato il relatore – nessuno può fallire, quindi a cascata chi deve tappare il buco fatto dagli Stati e dalla finanza siamo noi. Questa è la situazione in cui stiamo e questo è alla base del movimento degli Indignados, persone che si sono stufate di questa situazione». Baranes ha sottolineato come il nostro sistema economico basato sul PIL e sull’infinito sviluppo non possa essere sostenibile economicamente oltre che ambientalmente: «Come faccio a vendere più automobili, più telefonini, più prodotti a persone che sono sempre più povere? La soluzione “geniale” che è stata ipotizzata è il debito».

Parlando di debito, il collegamento con l’attuale drammatica situazione della Grecia è stato immediato. In particolare sono stati citati i “cds” ossia quei «titoli derivati che permettono di assicurarsi sul fallimento di un ente terzo. Funzionano – ha proseguito Baranes – come delle polizze di assicurazione, ma con una differenza sostanziale ossia che nel mondo reale non posso assicurarmi su di un bene che non è mio, ad esempio sul fatto che l’auto altrui non vada a fuoco, perchè altrimenti se fosse così ci avrei tutto da guadagnare». La Grecia è fallita così: dopo che sono stati acquistati molti “cds” sul fallimento della Grecia si è sparsa la voce che lo Stato era in difficoltà, così sono aumentati i tassi di interesse dei titoli di Stato ed al contempo il rischio reale del crollo del Paese stesso. A questo punto i “cds” valevano però di più, perchè era molto probabile che la Grecia fallisse. In questo modo si guadagna scommettendo contro il crollo di uno Stato, sulla pelle di milioni di persone. Baranes ha quindi aggiunto: «In questo momento il Paese nel mondo su cui si vendono più “cds” è l’Italia». E questo, alla luce di quanto poco prima accennato, di certo non facilita la buona sorte del nostro Stato.

Nel concludere il proprio intervento, il relatore ha puntato il dito su alcune spese pubbliche ritenute inutili se non anticostituzionali come il finanziamento da 14 miliardi di euro per la costruzione di 130 cacciabombardieri e quello da 15 miliardi di euro per il TAV. Le ultime parole sono state quindi spese nel citare la preoccupante lettera, ormai di dominio pubblico, inviata dalla Banca Centrale Europea allo Stato italiano lo scorso 5 agosto e nella quale si proponeva di privatizzare i servizi pubblici, proprio poche settimane dopo il successo referendario del 13 giugno che aveva visto la partecipazione di oltre 27 milioni di italiani.

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