Piemonte
I sindaci No Tav non mollano: “Di illegale c’è solo l’Alta Velocità”. Maroni allerta il prefetto di Torino
Le disquisizioni di Alberto Perino su “violenza gratuita e violenza per autodifesa” hanno ovviamente sollevato un polverone in Val di Susa, in primis tra tutti quegli amministratori locali contrari all’opera, ma che non ci tengono a passare per “black block”. Come Sandro Plano, presidente della Comunità Montana, eletto tra le fila del Partito democratico (compagno, dunque, del’attivissimo proTav Stefano Esposito) e da sempre contrario all’opera: “È una vita che diciamo di abbassare i toni, però io mi rispecchio nelle dichiarazioni di Mario Draghi: certe situazioni sono comprensibili”.
E mentre il governatore Cota esorta valsusini e sindaci a “prendere le distanze” dai violenti, “senza se e senza ma”, c’è chi, come il sindaco di Venaus Nilo Durbiano (democratico come Plano) prende alla lettera le parole del presidente leghista:?”Certo che prendo le distanze, le prendo dal ministro Maroni e dalla Regione Piemonte: perché io condanno tutte le violenze, comprese quelle istituzionali”.? Lo spauracchio di questi giorni – per giornali e istituzioni – è sicuramente il centro sociale torinese Askatasuna: linguaggio basco, filosofia “autonoma”. Lele Rizzo, il suo leader, ha detto a La Stampa: “Sappiamo benissimo che non è legale andare a tagliare le reti. Ma per noi è legittimo. Ognuno si assumerà le sue responsabilità. Quindi non vedo il problema”. Più chiaro di così.
Infine c’è il combattivo comunicato rilasciato dal gruppo consiliare Buongiorno Condove, pubblicato su notav.info: “Azioni come il taglio delle reti rientrano pienamente nel filone della lotta pacifica e nonviolenta, ancora di più se si considera che tale azione sarà esercitata su un qualcosa di assolutamente illegale, come ampiamente dimostrato dallo specifico esposto inoltrato alla magistratura”. Non solo: “Un amministratore e quindi rappresentante delle istituzioni con senso dello Stato e del valore dei beni comuni non può avallare la realizzazione di un’opera del tutto ingiustificata e per il cui finanziamento lo Stato stesso taglia servizi essenziali che sono la base di uno stato civile. Per tutto quanto sopra evidenziato domenica prossima saremo in prima fila, per tagliare le recinzioni ed i reticolati che, oltre ad essere uno spettacolo indegno sono soprattutto abusive e gettano discredito sulle istituzioni di cui noi stessi facciamo parte”.
Martedì, riferendo in Senato sugli scontri di sabato 15 ottobre a Roma, il ministro dell’Interno Roberto Maroni aveva fatto sue le parole dell’on. Stefano Esposito sulla Val di Susa come “palestra dei violenti”: “Quest’estate era possibile cogliere i segnali di una recrudescenza del fenomeno insurrezionale che, vagheggiando una deriva greca della situazione socio-economico-politica italiana, ha individuato nelle proteste No Tav il laboratorio ideale dove sperimentare pratiche di guerriglia mutuate dal repertorio militare classico (utilizzo di catapulte, arieti) e rivoluzionario (incursioni mordi e fuggi, barricate) da poter esportare in contesti urbani”. Per questo il ministro ha spiegato di avere “allertato il prefetto di Torino” e di avere dato indicazioni “perché vengano prese tutte le misure idonee per evitare ogni episodio di violenza”.
L’INCONTRO IN PREFETTURA. Il sottosegretario al ministero dell’Interno, Michelino Davico, presiederà mercoledì in Prefettura a Torino il Comitato provinciale di ordine pubblico e sicurezza “per esaminare i rischi e prendere gli opportuni ed eventuali provvedimenti” in previsione della manifestazione No Tav indetta domenica prossima a Chiomonte. L’incontro è previsto alle 16.30.
Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese