Cultura
Torino, rischia di chiudere il Museo della Resistenza
Il suo nome completo sarebbe Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà. Ricordarlo per esteso è difficile (di solito lo si cita semplicemente come il “museo diffuso” o “della resistenza”) eppure in quel convoglio di sostantivi c’è qualcosa che racconta bene lo spirito del luogo, incuneato negli ex quartieri militari di corso Palestro. Nato nel 2003, il Museo è un prezioso punto di memoria per Torino. Grazie anche al suo approccio multimediale, si è fatto notare negli anni per tante iniziative di valore, incentrate sul passato ma anche sul presente: mostre, spettacoli, attività educative, rassegne cinematografiche.
Non solo: è stato anche il punto di partenza per itinerari in alcuni luoghi simbolo della città e in alcuni ‘momenti forti’ dell’anno, dal Giorno della Memoria alla Festa della Liberazione. Ora, in tempi di cilicio per la cultura, il museo rischia di essere falciato dai tagli e non superare il generale inverno della crisi. Se non si interviene a breve, sarà costretto a chiudere i battenti.
Attualmente il museo è un’associazione senza fini di lucro. La lista dei suoi soci fondatori include gli enti territoriali (Comune, Provincia, Regione), l’Archivio Cinematografico della Resistenza e l’Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza. Finora l’Istituzione ha ricevuto dai tre soci pubblici un contributo variabile negli anni (160.000 € nel 2008, che nel 2010 si sono ridotti a 140.000). “La gestione in questi anni è sempre stata improntata alla più rigorosa parsimonia – assicura la Direzione del Museo – al contenimento delle voci di spesa si sono accompagnati lo sforzo per incrementare le entrate autonome e la ricerca di nuove fonti di finanziamento. Tuttavia abbiamo bisogno di poter contare su un finanziamento di base”.
Ed è proprio su questo punto che iniziano i problemi. Non solo le quote per il 2011 non si sono ancora viste, ma in qualche caso non si sa neppure quanto gli enti siano disposti a stanziare, né si hanno notizie riguardo a eventuali contributi per il 2012. La situazione rende oggettivamente impossibile redigere un bilancio preventivo e tutti i progetti per il futuro sono congelati. “Ci auguriamo che questa situazione possa essere presto risolta – concludono i Dirigenti – tuttavia non siamo in grado di assicurare che il Museo prosegua la sua attività per il prossimo anno”.
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