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Economia

Dal Piemonte il 16% delle richieste di Cassa integrazione in Italia. Dati in diminuzione rispetto a un anno fa

Davide Mazzocco

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In Italia quasi un sesto delle richieste di cassa integrazione proviene dal Piemonte, questo è il panorama che emerge dal rilevamento effettuato dalla segreteria nazionale della Uil. Dal confronto fra il settembre 2010 e il settembre 2011 risulta, in Piemonte, una diminuzione della domanda di ammortizzatori sociali del -24,8%, un dato maggiore rispetto alla media nazionale del -19,1%. Si tratta di una diminuzione che andrà comunque tarata sui dati relativi all’occupazione, non ancora pervenuti: solo allora si potrà capire se la diminuzione delle richieste di Cig rispetto al 2010 sia legata a una lieve ripresa o condizionata da una minore quota di occupati.  I dati disaggregati del Piemonte confermano il calo nazionale, ma differiscono per intensità e tipologia con la Cassa Ordinaria (pari a 2.970.824 ore) che cala del 18,5%, la Cassa Straordinaria (pari a 5.210.648 ore) in diminuzione del 35%, mentre la Cassa in Deroga (pari a 3.155.683 ore) diminuisce del 7,7%. Le ore di Cassa Integrazione Ordinaria, Straordinaria e in Deroga autorizzate in Piemonte nel mese di settembre ammontano a 11.337.155: +491,5% di Cassa Ordinaria, +121,5% di Cassa Straordinaria, -2,3% di Cassa in Deroga. Un totale di +86,3% rispetto al mese precedente. E’ aumentato, di conseguenza, anche il numero dei potenziali cassintegrati piemontesi, che sale a 66.689 da 35.796 di agosto 2011. La domanda di ammortizzatori sociali nelle province piemontesi nel mese di settembre 2011, rispetto al mese precedente, delinea un aumento generale, tranne per la provincia di Alessandria: Verbania +374%, Vercelli +329,4%, Novara +192%, Cuneo +162,4%, Biella +97,5%, Asti +90%, Torino +69,8% e Alessandria -24,4%.

“I dati di settembre confermano – spiega Gianni Cortese, segretario generale della Uil Piemonte – ancora una volta, l’inattendibilità di quelli di agosto. Il Piemonte mantiene un numero elevato di ore richieste di cassa integrazione, che rappresentano quasi il 16% del dato nazionale. C’è la necessità di continuare a garantire gli strumenti di sostegno al reddito, ma anche la messa in campo di misure utili alla ripresa economica incentivando ricerca, innovazione, assunzioni e ricollocazione dei lavoratori che escono dal mercato del lavoro”.

 

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