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“Diamoci un taglio”: i No Tav si preparano al 23 ottobre. Trenta attivisti segnalati dalla Digos

Redazione Quotidiano Piemontese

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QP vi aveva già parlato della manifestazione No Tav del 23 ottobre e dell’intento dichiarato – da parte del movimento – di “tagliare le reti” al cantiere dell’Alta Velocità. Domenica l’appuntamento è stato confermato in un comunicato diffuso dai militanti valsusini, in cui si spiega che “il taglio delle reti avverrà a mani nude e a volto scoperto dicendo no ai tagli allo stato sociale, alla sanità, alla cultura. Sarà una giornata di resistenza attiva che coinvolgerà l’intera Valle”.

Quasi a sfidare le parole dei politici piemontesi (tutti concordi nel temere una San Giovanni bis), i No Tav scrivono: “In migliaia taglieremo le reti invitando chi sta dall’altra parte a desistere da violenze e rappresaglie, dal lancio di lacrimogeni e quant’altro: se l’invito non verrà accolto ci difenderemo dai gas, e chi dovesse dare l’ordine di aggredire cittadini pacifici che chiedono giustizia se ne assumerà la responsabilità di fronte al paese che ci guarda. Migliaia di cittadini mostreranno che sono loro dalla parte della legalità e non hanno paura di difendere il loro futuro, che la loro è una lotta per la difesa dei beni comuni”.

Dopo il sabato romano, nel frattempo, una trentina di attivisti dell’area autonoma e anarchica torinese e della Val Susa sono stati segnalati durante gli scontri di sabato, e la loro posizione è ora al vaglio degli inquirenti che stanno valutando le testimonianze e visionando le immagini registrate dalla Digos in piazza San Giovanni.

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