Piemonte
I malumori tra grillini agitano il web: “I panni sporchi si lavano su Facebook”
Rovesciare il capitalismo oppure no? Essere partito o movimento? Fare un congresso reale o virtuale? Sono dubbi apocalittici quelli che attraversano in questi giorni il Movimento 5 Stelle piemontese, “costretto” dal successo elettorale a mantenere promesse che in altre regioni possono comodamente rimanere sulla carta. Dubbi che sanno di vecchio movimentismo extraparlamentare e non piacciono certo ai militanti (virtuali) che affollano le sezioni (virtuali) della costola sabauda del grillismo. Pomo della discordia l’invito epistolare da parte di alcuni gruppi territoriali ai consiglieri regionali Davide Bono e Fabrizio Biolé a realizzare finalmente quel tour di riconferma che nel linguaggio grillino si traduce in “trasparenza”, con incontri dove i consiglieri rendono conto del loro mandato agli elettori (il famoso concetto del politico dipendente).
Una cosa che Bono aveva promesso a giugno, seguendo l’esempio dei militanti dell’Emilia Romagna, ma che poi aveva evidentemente dimenticato di attuare. Ora gli attivisti di Novara, Biella, Asti, Torino, Grugliasco, Collegno e Venaria invitano i due consiglieri regionali a fare finalmente questo maledetto tour così da compiere un passo in avanti “verso la concretizzazione di una vera democrazia diretta e dal basso: presto si voterà, dunque facciamo vedere ai cittadini che ‘siamo altri’”.
Anche perchè poi si rischia di chiedersi, come fa l’attivissimo internauta (e consigliere comunale) Vittorio Bertola su Facebook: “Ma cosa siamo diventati?”. E questo dopo aver abbandonato una riunione del Movimento “dopo quattro interventi di fila che mi attaccavano personalmente per il mio liveblogging, sul tenore ‘i panni sporchi si lavano in casa’ e ‘dobbiamo nascondere i problemi all’esterno’. Trovo ridicolo che chi fa della trasparenza il proprio baluardo faccia riunioni regionali in cui non si può nemmeno raccontare cosa succede e discuterne online in tempo reale”. Parole che hanno inevitabilmente attirato una ridda di commenti (112) sintetizzabili così: “E’ fantastico – quando si parla di 5 Stelle – come non si riesca mai a capire cosa sia successo”. Chapeau all’autore, ma il problema di una piccola frattura al vertice del Movimento sembra chiara, anche dalle parole del consigliere comunale: “Siamo in mezzo a una crisi di crescita e la confusione è inevitabile”.
Non aiuta certo l’indescrezione bertoliana secondo cui il gruppo di Carmagnola avrebbe preparato un documento per sconfessare Beppe Grillo e riscrivere il programma nazionale, pena “la scissione”. La risposta di del consigliere comunale è stata altrettanto chiara: un ragionato “ebbaaastaaaa…”, seguito da – ancora una volta – una marea di commenti di simpatizzanti e non. Infine c’è la lettera aperta su Facebook ai due consiglieri regionali firmata Movimento 5 Stelle Colli tortonesi, dove si chiede a Bono e Biolé – “non avendo avuto risposte alle nostre mail private” – di attivarsi per fermare la “svendita di immobili pubblici da parte dell’amministrazione comunale tortonese”. La risposta di Bono è tutta nel primo commento: “Faccio subito un’interrogazione urgente”.
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