Cronaca
Accordo fra Libera e Unioncamere per contrastare la criminalità organizzata
Che l’economia legale sia in grande difficoltà laddove si ramifica la criminalità organizzata è lapalissiano. Di quanto quest’evidenza sia diventata lapalissiana anche per chi ha il compito di coordinare le attività del commercio se ne è avuta una prova quest’oggi alla Fabbrica delle E di Torino quando Unioncamere, la confederazione delle Camere di commercio italiane, e Libera hanno siglato un Protocollo d’intesa per contrastare l’infiltrazione criminale nell’economia. All’incontro – uno degli appuntamenti del seminario Mafie al Nord – erano presenti don Luigi Ciotti, presidente di Libera, Giancarlo Caselli, procuratore della Repubblica di Torino, Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, Valerio Zappalà, direttore generale di InfoCamere, Enrico Bini, presidente della Camera di commercio di Reggio Emilia e Paolo Bertolino, segretario di Unioncamere Piemonte.
Don Luigi Ciotti ha sottolineato come la Costituzione italiana sia “il più importante testo antimafia”, mentre Caselli ha ricordato ed elogiato il lavoro svolto sui beni confiscati, attraverso i progetti di riutilizzo sociale svolti dalle cooperative di Libera Terra. Gli altri relatori hanno sottolineato l’importanza di mettere a disposizione i dati relativi alle imprese locali, come già avviene per le Procure, citando le esperienze già avviate sul territorio nazionale. La trasparenza e la possibilità di connettere le informazioni concernenti il sistema imprenditoriale consente alle istituzioni e alla società civile di conoscere e monitorare i fenomeni illegali che insidiano in maniera crescente l’economia del Paese, soprattutto in tempi di crisi. La criminalità organizzata, infiltrando nell’economia legale un sistema di concorrenza sleale, è diventata uno degli elementi di destabilizzazione del mercato e ha contribuito ad acuire la situazione di grande difficoltà delle piccole e medie imprese sulle quali si è sempre basata l’economia nazionale. L’accordo di quest’oggi è un piccolo grande passo nella lotta all’illegalità, una lotta che si combatte (anche) con lo scambio d’informazioni.
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