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Cronaca

Consulta: si è conclusa l’udienza sulle elezioni in Piemonte, mercoledì la decisione

Redazione Quotidiano Piemontese

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Si è conclusa al palazzo della Consulta l’udienza pubblica davanti ai giudici della Corte Costituzionale sulla vicenda delle elezioni regionali in Piemonte. La decisione dei giudici, che si riuniranno in Camera di Consiglio, è attesa per la giornata di mercoledì. L’udienza pomeridiana, durata poco meno di due ore, si era aperta con la richiesta di ammissione in giudizio da parte dei legali rappresentanti della Regione Lombardia – sulle cui elezioni regionali vi è un ricorso dei Radicali – ma la loro istanza è stata rigettata dalla Consulta richiamando “il costante indirizzo della Corte Costituzionale”.

LE PAROLE DEGLI AVVOCATI. L’avvocato Federico Sorrentino, in appoggio al ricorso di Mercedes Bresso, ha sottolineato “la primaria esigenza di restituire genuinità nel rapporto di rappresentanza politica; genuinità che si va a perdere se nell’ordinamento non c’è un rimedio efficace per la valutazione del falso in materia elettorale. La ragionevole durata del processo, che non a caso non si definisce breve ma appunto ragionevole, va commisurata in questo caso in ragione della durata della consiliatura che è di cinque anni e, dunque, anche due o tre anni risulterebbero essere troppi, volendo tutelare l’interesse pubblico alla genuinità della rappresentanza politica elettorale”.

Dal suo canto, l’avvocato Angelo Clarizia, difendendo le ragioni dell’attuale governatore Roberto Cota, ha stigmatizzato il fatto che “si vuol far perno su ragioni di fatto e non sulle effettive ragioni costituzionali. Oggi qui davanti alla Consulta non si discute una questione politica ma una questione prettamente tecnica, in relazione alla valutazione del falso che il legislatore affida esplicitamente al giudice ordinario. Il problema della durata del processo riguarda tutta la materia giuridica, il processo civile come quello penale: non si può consentire una invasione di campo del giudice amministrativo su quello ordinario”. Infine, per l’Avvocatura di Stato, l’avvocato Maurizio Borgo ha ribadito che “il giudice amministrativo non ha assolutamente giurisdizione sulla querela di falso in atto pubblico e si deve necessariamente fermare. Del resto, il giudice ordinario ha una composizione diversa rispetto a quella del giudice amministrativo che non può dunque sostituirsi a lui. Qui non c’è alcun vuoto di tutela, in quanto il giudice per punire e per sanzionare c’è ed è appunto il giudice ordinario”.

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