Cittadini
“L’Italia sono anch’io”: diritto di voto per gli immigrati, al via la raccolta firme
Col deposito in Cassazione – lo scorso 21 settembre – dei testi delle due leggi di iniziativa popolare sottoscritti dagli esponenti delle 19 organizzazioni che hanno promosso la campagna “L’Italia sono anch’io”, è cominciata la raccolta delle firme necessarie (50mila) per la consegna in Parlamento. Ci sono sei mesi di tempo per raggiungere l’obiettivo (l’uguaglianza di diritti – in primis il voto – tra italiani e stranieri) e i promotori stanno organizzando iniziative in tutta Italia, a partire proprio dal capoluogo piemontese: appuntamento il 1° ottobre in piazza Castello, dalle 9 alle 18.
LA CAMPAGNA. L’obiettivo è quello di raccogliere le firme per due leggi d’iniziativa popolare: il diritto di cittadinanza per i bambini nati in Italia e il voto amministrativo per i migranti residenti. “Contemporaneamente – aggiunge la Cgil Piemonte – è anche l’occasione di una grande vertenza sociale contro le mistificazioni e le politiche xenofobe della maggioranza e del governo, a partire della Lega Nord, sul fenomeno dall’ immigrazione”.
I NUMERI. 4.235.059 i cittadini stranieri residenti in Italia con un’incidenza del 7% sulla popolazione complessiva di cui 932.675 sono minori e 572.720 sono nati in Italia. 673.592 gli alunni e studenti di cittadinanza non italiana iscritti nell’anno scolastico 2009/2010. 59.369 le acquisizioni di cittadinanza registrate nel 2009 (sono circa 137.000 nel triennio 2007-2009). “Il quadro più aggiornato dell’immigrazione in Italia – scrivono i promotori – ci racconta la progressiva stabilizzazione dei cittadini stranieri residenti nel nostro paese, la loro concentrazione nelle fasce di età più giovani e dunque nella componente della popolazione attiva, la crescita del numero dei figli dell’immigrazione che nascono o comunque vivono in Italia sin dalla tenera età. Si tratta di persone che vivono, studiano, lavorano nelle nostre città, contribuiscono allo sviluppo economico e sociale del nostro paese ma non hanno il diritto di partecipare alle decisioni che le riguardano: sono infatti ancora prive del diritto di voto amministrativo”.
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