Cultura
Precariato, scuola, famiglia: in libreria la “Sfuriata” di Christian Frascella
Christian Frascella è, in un certo senso, un precario della scrittura. Prima di fare il romanziere ha lavorato per anni come operaio in fabbrica e come turnista in un call center. Poi, nel 2009, ha pubblicato Mia sorella è una foca monaca (Fazi editore), il libro che gli ha cambiato la vita, senza però modificare il suo sguardo lucido e arrabbiato sulla realtà. Ora Frascella torna in libreria con una nuova sfida: La sfuriata di Bet (Einaudi). “Volevo raccontare il mio tempo attraverso gli occhi di una ragazza”. Un personaggio che è anche un simbolo. “Chi più di una ragazza può rivendicare il sacrosanto diritto di inc***arsi con l’Italia di oggi?” Nel libro confluiscono tanti brandelli di stretta attualità, tutti vicini all’autore torinese: “Ho ambientato l’inizio della storia nel dicembre 2010, il periodo degli operai sulle gru, degli studenti in piazza contro il disegno di legge Gelmini, del voto di fiducia alle Camere”.
Presentando il romanzo alla libreria Feltrinelli di piazza Cln, durante un incontro con il regista Marco Ponti, Frascella svela alcuni tratti della sua opera. “Non penso sia giusto definirlo un libro politico. Ho voluto semplicemente fotografare il mondo come lo vedo io”. Tutta la storia ruota attorno a Bet, la protagonista, diciassettenne dalla vita problematica: una famiglia sfasciata, una madre che lotta contro il licenziamento, una scuola che sembra ottusa e inattuale. In questa guerra di sentimenti Bet si destreggia affidandosi alla sua generosità e al suo istinto per l’azione: “Lei deve fare, esporsi, mettersi in gioco, sempre e comunque. Costi quel che costi”. Così la ragazza si trova coinvolta in storie tra il drammatico e il comico: organizza scioperi, finisce in commissariato pur di impedire lo sfratto esecutivo di un’anziana signora, cerca di aiutare una ragazza madre, ripara a modo suo torti piccoli e grandi. Fino a quando un giorno, a scuola, all’apice della rabbia, si incatena nell’ufficio del preside e si abbandona a una fluviale requisitoria. E’ il momento comico e toccante della sfuriata, l’episodio che dà il titolo all’intero libro.
Bet è un don Chisciotte contemporaneo, alle prese con un mondo più forte di lei dal quale, proprio come don Chisciotte, viene inevitabilmente sopraffatta, lasciando però, nelle pagine che la raccontano, sempre qualche raggio di luce. Ovviamente è anche un alterego dell’autore: “Sentivo nella testa una voce che strillava e un giorno ho capito che era la voce di Bet. Che ci posso fare? – scherza Frascella – Vengo sempre comandato dalle donne. Mi bastonano in tutti gli ambiti, anche a casa”. E poi aggiunge: “Però a Bet sono affezionato, perché nella sua rabbia c’è anche la mia”. Trattando il tema della scuola, l’autore ha voluto collaborare con i ragazzi di alcuni istituti superiori torinesi. “Ci tenevo ad avere un loro punto di vista, sicuramente più attuale del mio. Ho scoperto che l’ostilità verso i professori, un tratto tipico della mia generazione, si è molto trasformata. Oggi, se mai, i ragazzi sono arrabbiati con il Ministero dell’Istruzione”.
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