Asti
‘Operazione Turbo’: in manette quattro ladri e un ricettatore di turbine
“Operazione Turbo”. Denominata così l’indagine dei carabineiri di Alba, conclusa di recente, con la cattura di 5 persone, tre pregiudicati rom, residenti nel quartiere Falchera di Torino, un pregiudicato siciliano che abita nel quartiere di Madonna di Campagna del capoluogo piemontese e un commerciante incensurato di Piacenza. Tutti in stato di fermo.
L’operazione militare è stata avviata a dicembre scorso quando i cosiddetti “soliti ignoti” irruppero per un furto, di notte, nella ditta “Contec“, settore componentistica motori per auto e veicoli industriali. In quella occasione i ladri vennero, però disturbati dall’arrivo di alcune gazzelle del radiomobile, accorse in zona perché era scattato l’allarme, costringendo i ladri a rinunciare ai loro propositi, abbandonando, a breve distanza dall’azienda, un furgone Iveco rubato la notte precedente ad Asti. All’interno del veicolo erano già stati stoccati numerosi motori per auto turbocompressi del valore di 100mila euro, poi restituiti al titolare della ditta.
Furti simili, con medesimo modus operandi, sono stati commessi tra aprile e luglio, sempre ai danni della stessa azienda e della Fts, metalmeccanica, di Alba. Furti in grande stile, messi a segno da “professionisti” che riuscivano a disabilitare sofisticati sistemi di allarme ed impianti di videosorveglianza, agendo rapidamente per non essere scoperti. Ogni volta i danni economici per le aziende, derubate di un gran numero di turbine, riguardavano cifre da capogiro. Quasi un milione di euro il valore complessivo dei ricambi rubati.
Nel frattempo, però le indagini dei carabinieri procedevano, monitorando gli spostamenti dei presunti autori dei colpi che agivano tra Torino e Piacenza dove si trova il capannone industriale del ricettatore di turbine. Della banda facevano infatti parte i tre pregiudicati, di etnia rom, per reati contro il patrimonio (furti di rame in particolare), il complice siciliano, residente a Torino in zona vicina al quartiere dei rom in questione, il cui compito era la ricollocazione della merce e un grossista di ricambi per auto, un insospettabile piacentino, che attraverso la sua impresa, smistava sottocosto, sul mercato nero, in Italia meridionale o all’estero, il frutto dei colpi messi a segno.
Il blitz dei militari albesi ha scritto la parola fine all’attività criminale della banda. Al termine di un lungo servizio di pedinamento, iniziato da un magazzino della zona industriale sud di Torino e terminato a Piacenza, nel capannone del commerciante ricettatore, le forze dell’ordine, già in possesso di provvedimenti di cattura a carico dei 5, hanno seguito i delinquenti. Alcuni di questi erano a bordo di un furgone Fiat, noleggiato all’aeroporto di Torino-Caselle, nel quale erano state caricate 80 turbine per auto, rubate a fine luglio dalla sede della Fts e dirette a Piacenza. Da apripista al furgone, una Alfa Romeo 156 con due rom a bordo per controllare, in anticipo, che non vi fossero posti di blocco della polizia lungo la strada ed avvertire, per tempo, il mezzo con la refurtiva per cambiare strada.
Dopo quasi 200 km, nei pressi della città piacentina, i militari hanno bloccato ladri e ricettatore, supportati dai colleghi della locale compagnia di Fiorenzuola d’Arda.
In carcere, con l’accusa di concorso in ricettazione continuata, sono finiti i 20enni pregiudicati rom di Torino, il 50enne pregiudicato siciliano e il 70enne piacentino grossista di ricambi, incensurato. Nel corso dell’interrogatorio, dinanzi al giudice, i rom arrestati hanno poi ammesso le loro responsabilità, confessando i ripetuti furti di turbine.
La refurtiva, del valore di oltre 60mila euro, è stata poi restituita al titolare della ditta derubata, mentre è stato sottoposto a sequestro il capannone del grossista piacentino al cui interno i carabinieri hanno rinvenuto un ingente quantitativo di motori turbocompressi ed altre parti meccaniche per auto e camion di provenienza furtiva su cui sono in corso ulteriori accertamenti.
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