Cultura
Sbarcano a MiTo le musiche di Haiti: in scena un “nostalgico vudù”
Fino a qualche tempo fa, per molti, Haiti non era che un punto sull’atlante, una macchiolina dai contorni incerti, persa nel mondo incantato e crudele delle isole caraibiche. Della realtà di quella terra poco o nulla si conosceva, se si esclude qualche coraggiosa testimonianza, come il film-documentario shock di Claudio Del Punta Haiti Chérie, incentrato sulle storie di schiavismo contemporaneo. Poi, dopo il terremoto del 2010, tutto è cambiato: Haiti è diventato il Paese della tragedia, della disperazione, degli aiuti internazionali che sono una goccia nel mare. Forse pochi sanno che in quella terra martoriata esiste anche un’incredibile ricchezza musicale, un mix in cui si possono riconoscere le storie di tre continenti. E’ proprio a queste radici che MiTo vuole fare appello, con il concerto I bardi nativi, in programma domani al teatro Vittoria. Sul palco i cantanti Beken e Moonlight Benjamin.
Un bardo è, tradizione celtica alla mano, un sacerdote e anche un menestrello, una persona istruita per custodire le imprese e i miti di un popolo. Con felice intuizione, gli organizzatori del festival hanno preso in prestito questo termine e lo hanno accostato a un mondo lontano. Cambiano le latitudini, non cambia il senso. Forse nessuno più di Beken, 55 anni, voce graffiante, è bardo della sua terra. C’è tutta la vita di Port-au-Prince nelle sue canzoni, tra lamento, ironia e politica. Proprio queste canzoni si sentivano per le strade di Haiti nei giorni successivi al sisma: la gente desiderava cantarle e ascoltarle, quasi fossero una preghiera di redenzione. Se anche le parole, pronunciate in creolo (misto di francese e di tante altre lingue) non fossero comprensibili, basterebbe la musica. Appena Beken si avvicina al microfono e abbraccia la chitarra, ci si sente avvolgere da un’atmosfera densa, carica di odori penetranti. Le melodie parlano di una sofferenza antica, ineluttabile, vissuta fino in fondo, sempre in bilico tra rassegnazione e speranza. “Coraggio, vedrai che un giorno qualcosa cambierà”, dice il cantautore in Imiliasyon, pezzo dedicato ai contadini, che vivono in condizioni durissime.
Con Beken sale sul palco Moonlight Benjamin, una rivelazione della world music nel 2008. Lei trae ispirazione dal suo vévé, una specie di spirito guida che la accompagna in scena e la protegge come un nume tutelare. Così Haiti si scopre in un aspetto diverso: quello della musica come magia, potere incantatorio, cerimoniale. Per sua stessa ammissione, Moonlight Benjamin cerca di imitare con la voce le movenze del serpente Damballah nelle cerimonie vudù. Tra gli obiettivi di questa cantante energica e agguerrita c’è la costituzione di una black republic in musica che unisca l’Africa e lo spirito creolo, senza paura di confrontarsi con tradizioni diverse come il jazz.
Beken e Moonlight Benjamin in concerto. Martedì 20 settembre (ore 18 e ore 21) Teatro Vittoria. I biglietti sono in vendita a 5 €. Info www.mitosettembremusica.it
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