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Il nuovo stadio e i ‘regali’ del Comune: la Torino granata aspetta il suo turno

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Se la Torino bianconera è reduce dalla sbronza da nuovo stadio (o Stadium, per essere precisi), l’altra metà, quella granata, è in frustrante attesa. Già, perchè adesso anche i tifosi del Torino si aspettano un “regalo” dalla Città come quello fatto agli odiati cugini con il progetto nuovo Delle Alpi. Dalle parti di via dell’Arcivescovado, invece, tutto tace: il 28 marzo 2011 è stato firmato l’atto costitutivo della Fondazione Stadio Filadelfia, eppure da allora sono stati fatti pochissimi passi in avanti. Così come rimane fermo il progetto di uno “Stadio del Torino”.

Ma ora che la coabitazione con la Juventus è terminata, e visto che il Comune ha intenzione di disfarsi dello stadio Olimpico, sarebbe il momento – per Cairo e compagnia bella – di farsi avanti. Pretendendo – perchè no – lo stesso trattamento riservato ai cugini: nel 2003 il Comune decise infatti di vendere alla Juventus il diritto di superficie sull’area della Continassa (dove sorge il nuovo stadio) per 99 anni al prezzo di 25 milioni di euro, una bazzecola. Il resto sarebbe arrivato grazie ai finanziamenti a tasso zero chiesti dalla società al Credito Sportivo (un ente di diritto pubblico), con un investimento complessivo per la realizzazione dell’impianto di 122 milioni di euro.

Uno stadio, l’Olimpico, ancora imperfetto (per usare un eufemismo): per questo un eventuale acquisto granata sottintenderebbe onerosi costi di ristrutturazione. Non perchè l’impianto sia vecchio (ovviamente), ma perchè ancora poco “calcistico”: campo lontano nonostante l’assenza di una pista d’atletica, una tribuna stampa minuscola, un migliaio di posti (su 27.994) dai quali è praticamente impossibile guardare decentemente una partita. Per questo la società granata avrebbe tutto il diritto di chiedere parità di trattamento in caso di acquisto dell’impianto. Senza considerare il progetto Filadelfia: applicando gli stessi prezzi con i quali è stata “svenduta” la Continassa, l’intera area dello stadio demolito nel 1998 verrebbe a costare un’inezia. Sempre sperando che ai dirigenti granata non venga poi in mente (vista l’anglofilia che regna dall’altra parte) di chiamarlo Philadelphia Stadium.

 

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