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Ambiente

Scoppio alla Centrale di Marcoule. Giampiero Godio di Legambiente: “L’energia nucleare è sempre un incidente moderato”

Davide Mazzocco

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A sei mesi dall’incidente giapponese di Fukushima un nuovo allarme nucleare è stato ribattuto dalle agenzie di stampa di tutto il mondo. Alle 11:45 uno scoppio in un forno della centrale di Marcoule ha causato la morte di un operaio e il ferimento di altri quattro addetti vicini al luogo della deflagrazione. La centrale, il più vecchio impianto nucleare di Francia, è a 257 chilometri in linea d’aria da Torino e la notizia ha seminato il panico facendo crollare tutti i titoli energetici della Borsa di Parigi. Quotidiano Piemontese ha intervistato Giampiero Godio, responsabile del settore energia di Legambiente Piemonte.

A sei mesi da Fukushima un altro incidente nella centrale nucleare di Marcoule, a 200 chilometri dal confine italiano.

Purtroppo la cosa non mi stupisce. L’energia nucleare è un “incidente moderato” e per poterne usufruire dobbiamo gestire costantemente una situazione potenzialmente pericolosa. Non esiste nessuna tecnologia al mondo che produca scorie così pericolose. Per produrre il kilowattora di energia necessario a cuocere una torta in un forno elettrico vengono generati 70 milioni di becquerel, ovvero una quantità di scorie che può inquinare 70 mq.

Eppure prima del referendum di giugno si diceva che le centrali nucleari europee fossero sicure.

C’è stato un incidente nucleare in un Paese all’avanguardia come il Giappone, una nazione che ha fatto della tecnologia, del senso civico e del rispetto della cosa pubblica il proprio credo, c’è stato un incidente in Unione Sovietica laddove vi era una delle migliori scuole di ingegneria nucleare al mondo, ovvio che questo possa succedere anche in Francia dove alcune centrali sono molto vecchie. Con il passare del tempo sono stati fatti notevoli progressi sotto il profilo della sicurezza ma bisogna rendersi conto che conviviamo ogni giorno con centinaia di incidenti nucleari moderati. Quando qualcosa non va secondo i piani il prezzo da pagare può essere molto salato.

Nella scorsa primavera l’Italia ha dato un segnale forte in merito alla questione nucleare.

Dopo il referendum in Italia di nucleare non si parlerà più. A dire no è stata la maggioranza assoluta degli italiani, 6 persone su 10 hanno detto di non volere il nucleare nei nostri confini. Non è soltanto una questione di costi, è soprattutto una questione di sicurezza.

Marcoule è a 200 chilometri in linea d’aria dal Piemonte.

In mezzo ci sono le Alpi ma bisogna capire la reale entità dell’incidente prima di poter fare previsioni su di una eventuale diffusione della radioattività.

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