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Cultura

L’“Autoritratto” di Leonardo alla Reggia di Venaria per la prima esposizione al pubblico

Davide Mazzocco

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Stavolta è ufficiale: l’Autoritratto di Leonardo da Vinci, il disegno dell’artista toscano effettuato a sanguigna intorno al 1515, verrà esposto nella mostra Leonardo. Il genio, il mito che concluderà le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia a partire dal 18 novembre. Dopo il sì del ministro per i Beni e le Attività culturali Giancarlo Galan, ieri è arrivato il via libero del direttore nazionale per le Biblioteche Maurizio Fallace. L’Autoritratto leonardesco, infatti, è custodito nel caveau della Biblioteca Reale, sede nella quale ha trovato la propria “casa” un anno dopo l’apertura della stessa, nel 1840. Ad acquistarlo da un collezionista – insieme ad altri disegni di Raffaello e Michelangelo – fu re Carlo Alberto e, da allora, l’opera non si è mai mossa da quella sede. Ecco perché l’esposizione avrà una valenza storica: per la prima volta al mondo l’opera che ha tramandato alla posterità l’immagine di Leonardo sarà visibile al pubblico.

A causa dell’estrema fragilità della carta il presidente del Comitato tecnico-scientifico per le Biblioteche del Ministero Tullio Gregory aveva parlato un paio di settimane fa dell’impossibilità di spostare il disegno a causa “dell’estrema fragilità della carta di supporto”. Ma la direzione generale dei Beni Culturali del Piemonte e il Comitato Italia 150 hanno accelerato i tempi per poter garantire – tramite una teca in grado di mantenere stabili le condizioni di conservazione – un trasporto e un’esposizione privi di rischi. “Sono estremamente soddisfatto di questo provvedimento che concede lo spostamento temporaneo dell’autoritratto di Leonardo e ne sono intimamente fiero – ha dichiarato ieri il ministro Galan -. Questo è un primo importante passo verso la realizzazione di un sogno. Sin dal mio insediamento al ministero dei Beni e le Attività culturali ho cercato di trasmettere un concetto fondamentale per la mia attività istituzionale: i beni culturali sono patrimonio comune, il nostro patrimonio. Un patrimonio prezioso, da valorizzare, da esporre, da far circolare in modo che tutti possano conoscerlo e goderne sia pur nell’assoluto rispetto della tutela del bene stesso e quindi in condizioni di massima sicurezza. Il concetto della fruibilità del bene culturale è centrale per la mia politica di ministro e ne sono intimamente convinto. Sono stato in contatto con numerosi esperti e con il Comitato Tecnico Scientifico per le Biblioteche. Ho ascoltato, ponderato, valutato minuziosamente numerosi pareri. Anche quelli, autorevolissimi, contrari. La decisione del competente direttore generale del mio ministero è del resto ineccepibile dal punto di vista giuridico e tecnico”. Un gran bel colpo di coda per il Comitato Italia 150 e c’è da scommettere che – vista la caratura dell’opera – il prossimo 18 novembre bisognerà mettersi in fila per entrare alla Reggia di Venaria.

 

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