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Luigi Tenco e i filmati smarriti del Festival del 1967

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Un onomastico fuori dall’ordinario per Luigi Tenco, questo anno, che va oltre la ricorrenza della Festa della Musica. Un onomastico segnato da un primo significativo riconoscimento da parte delle istituzioni al cantautore nato a Cassine, comune in provincia di Alessandria.

Per l’occasione della Festa della Musica, il 21 Giugno, giorno in cui si festeggia anche San Luigi, l’onorevole Manfredi Potenti ha voluto dare rilevanza istituzionale al mondo della musica che ha caratterizzato buona parte della storia del nostro Paese e, quindi, al personaggio che maggiormente la rappresenta: il cantautore Luigi Tenco.

L’on. Manfredi Potenti, nel suo ruolo professionale di avvocato ed in quello istituzionale di deputato, ha posto all’attenzione della Camera dei Deputati la questione dei filmati del Festival di Sanremo del 1967 dichiarati smarriti e la questione della rivalutazione istituzionale del valore artistico di Luigi Tenco, che si può definire il padre dei cantautori italiani e certamente il più importante per l’impatto culturale che ha dato alla nostra società, ma che troppo spesso è stato condizionato dai fatti di cronaca giudiziaria relativi alla sua morte che tuttora rimangono avvolti da enormi e fondati dubbi.

Partendo, dunque, da un esposto presentato ad aprile scorso presso la Procura della Repubblica di Genova dal rappresentante dei familiari di Tenco riguardo tali filmati e dall’assenza istituzionale sui meriti di Luigi Tenco, ampiamente riconosciuti dal mondo della cultura sia italiano che estero, l’on. Potenti ha recentemente presentato una Interrogazione Parlamentare per chiedere ai Ministeri preposti che siano riconosciuti i meriti culturali del cantautore Luigi Tenco e che siano ritrovati tutti i filmati che lo riguardano, in particolar modo quelli del Festival del 1967, per darne pubblica visione.

Il portavoce della famiglia Tenco, l’editore Michele Piacentini nonché autore della biografia “Luigi Tenco” (2017) e figlio del regista-produttore Tullio Piacentini che negli anni ’60 inventò i videoclip musicali tra i quali vi è quello di Luigi Tenco che canta “Ho capito che ti amo”, ha esternato immensa gioia per la sensibilità dell’on. Potenti che ha colto il significato dell’importante lavoro culturale fatto finora sulla figura di Luigi Tenco: “Esattamente dieci anni fa, insieme ai dirigenti della Biblioteca Universitaria di Genova, del Museo del Mare di Genova e dell’Emporio-Museo di Via Del Campo 29 rosso di Genova, organizzai la mostra video-fotografica “Luigi Tenco e Tullio Piacentini, i rivoluzionari della Video-Musica” che da due weekend iniziali di programmazione fu prorogata per cinque mesi.

Quell’evento, iniziato proprio il 21 Giugno del 2012, nella giornata internazionale della Festa della Musica, segnò l’inizio della collaborazione con la famiglia Tenco e fu di spinta per promuovere altre iniziative culturali tese a far conoscere i veri aspetti artistici ed umani di Luigi assolutamente lontani dall’etichetta del ragazzo triste che gli fu affibbiata dal 1967. Nel corso di questo decennio, tentando di lavorare in équipe anche con la casa editrice e con le case discografiche, siamo riusciti a far parlare di Luigi non più per il misterioso suicidio ma principalmente per il “ragazzo trovato privo di vita” che però, in pochi anni di attività professionale nella musica, aveva cantato la società italiana ed i moti dell’animo umano rivoluzionando davvero il mondo della canzone che fino agli anni ’50-’60 era rimasta legata ai ritornelli e alle canzoncine d’amore.

Tantissime altre sono state le iniziative organizzate o sostenute per far conoscere l’arte di Luigi Tenco, elencarle tutte in questo momento non è semplice. Però sono state infinitamente di più delle cosiddette bacchettate pubbliche, nonostante alcune di queste siano state clamorose, date a coloro che hanno voluto sfruttare il nome o l’ultima parte della storia di Tenco a proprio piacimento e vantaggio. Quindi, tornando all’iniziativa dell’on. Manfredi Potenti, non posso che esserne felicissimo perché, per la rima volta in 55 anni, le alte istituzioni si avvicinano all’arte, alla cultura e alla storia di Luigi Tenco che fu colui, per esempio, che anticipò le rivoluzioni culturali degli anni ’60 oppure, altro esempio, che prima di tutti si batté per veder riconosciuta la categoria dei Cantautori all’interno della SIAE.

In molte scuole parlano della storia della musica e a seconda degli insegnanti capita che parlino anche dei cantautori italiani, in realtà sarebbe bello che costoro venissero inseriti nei programmi scolastici ufficiali dato che la musica leggera, soprattutto la canzone d’autore degli anni ’60-’70-’80, ha segnato tanti ed importantissimi cambiamenti sociali e culturali del nostro Paese. Per questo motivo credo che nei libri di scuola, insieme ai grandi poeti, dovrebbero esserci anche i grandi cantautori e Luigi Tenco, consigliando di leggere i testi delle sue tante canzoni, ha tutte le caratteristiche del poeta osservatore della nostra società e dell’animo umano.

Spero che anche la Rai, che conserva i filmati di Luigi Tenco in archivio, colga questa occasione per dare spazio al valore di Tenco, tanto più che un primo passo lo ha fatto quando due consiglieri del C.d.A. hanno rivolto le pubbliche scuse alla famiglia Tenco a seguito di un increscioso episodio avvenuto durante un recente Festival di Sanremo. La canzone “Vedrai vedrai” di Tenco, soprattutto durante i lockdown del 2020, per molte persone ha rappresentato un inno alla speranza e precedentemente era stata citata con lo stesso spirito persino da un Presidente del Consiglio dei ministri durante un discorso alla Camera dei Deputati. Ora, così come è stato per l’On. Potenti, mi auguro che venga “sentita” anche dagli altri rappresentanti delle istituzioni proprio a favore di Luigi Tenco”.

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