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Pinerolo in festa nel Tour de France dei vichinghi. La cronaca e la fotogallery

Davide Mazzocco

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È sempre più il Tour dei vichinghi. Due norvegesi in corsa, quattro vittorie di tappa equamente distribuite. A Lourdes e ieri a Gap il successo era andato al campione del mondo Thor Hushovd, a Lisieux e oggi a Edvald Boasson Hagen. E così le strade di Pinerolo, dove il Tour de France è approdato dopo 179 km di battaglia alpina, sono state monopolizzate dalle bandiere norvegesi, dagli elmi vichinghi con tanto di corna e dalla festosità tipica dei nordici quando calcano suoli meridionali.

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Un giorno al Tour è un giorno di festa e noi di Quotidiano Piemontese lo abbiamo vissuto in mezzo alla gente, approdando su un treno stracolmo di tifosi provenienti da Arezzo, da Bergamo, da Saronno e persino dall’Australia. “Dovevano fare i treni speciali come per gli alpini” il testuale rimprovero del ferroviere di turno. Ecco che alla stazione pinerolese le magliette e i cappellini gialli si mescolano e indicano la direzione verso il traguardo. All’una qualcuno è già piazzato a ridosso del traguardo per non perdersi lo spettacolo in prima fila. Il prezzo da pagare è un bagno di sole. Le tribune – fatte per i vip e per evitare scottature – sono deserte. Stare in tribuna è come stare in prigione. Fa caldo, fa molto caldo ma il Tour de France ha da sempre un intelligente modo di coniugare promozione e divertimento: la distribuzione dei gadget. Quando i promoter lanciano le caramelle omaggio la gente si accapiglia come se fossero in ballo poltrone in Parlamento. Poi passa una buona sammaritana con spruzzatore d’acqua fresca e i disidratati spettatori ringraziano per l’effimero sollievo.

Un’ora e mezza prima della corsa arriva la carovana. Acqua, lotterie, banche, assicurazioni, baguette, articoli di cancelleria, caramelle, il film dei Puffi vengono promossi con carri sormontati da enormi pupazzoni dai quali – quasi sempre – vengono lanciati verso la folla gadget e campionicini. La gente va pazza per i gadget e quando passa la carovana tutti se ne infischiano della corsa che intanto è già dalle parti di Sestriere. In testa c’è lo spagnolo Ruben Perez Moreno, uno che quando la strada sale mette sempre il naso fuori e che sarebbe capace di andare in fuga anche sulla rampa di un garage. Ma la lunga discesa che porta a Pinerolo non è fatta per chi fugge ma per chi insegue e così il suo minuto si dimezza e dietro inizia la battaglia. Sulla salita finale di Pramartino il primo a tornare sul battistrada è Fofonov, il secondo è Chavanel, il terzo è quello buono, Boasson Hagen. Il norvegese ha mal digerito il secondo posto alle spalle del connazionale a Gap e interpreta gli ultimi tre chilometri come una cronoscalata. Si è imparato a memoria la discesa riguardandosi alla televisione l’arrivo di tappa del Giro di due anni fa e si lancia come un kamikaze guadagnando terreno sugli inseguitori che pasticciano e finiscono addirittura nei cortiletti di alcune case poste all’uscita di un tornante.

Dietro, intanto, Contador ha incendiato la corsa dei big. Lo spagnolo attacca ma viene stoppato. Poi, in vetta, la maglia gialla Thomas Voeckler decide che è ora di prendere in mano la situazione e attacca in testa la discesa. Il francese sbaglia un tornante e apre un buco per Sanchez e Contador. Dietro i fratelli Schleck fanno quello che possono, cioè rimangono in piedi. I due spilungoni lussemburghesi stanno alla discesa come Dante Alighieri sta alla fisica quantistica e i due iberici, invece, sono due fachiri e paiono saldati da un patto più solido di ogni fratellanza. Sul tratto di pianura che porta al traguardo Evans ci mette una pezza trascinando con sé i fratelloni e il nostro Cunego. Basso annaspa e perde altri secondi preziosi: per il varesino ogni arrivo in discesa equivale a un’emorragia. Anche la maglia gialla sbaglia l’approccio con la discesa: vuole strafare e, invece, accumula errori su errori finendo anch’essa in un cortiletto. Lui e Basso sono gli sconfitti di giornata mentre Cunego, con una corsa tutta d’attesa ma non priva di intelligenza supera il connazionale insediandosi al settimo posto, alle spalle dei sei corridori che da domani a sabato si giocheranno il Tour.

La vittoria di giornata però è per Boasson Hagen, un ragazzo che nei prossimi anni ha la seria possibilità di diventare un campione di prima scelta. Non era facile dopo l’impresa sfiorata ieri, trovare l’immediata rivincita in una tappa così impegnativa. Nonostante le numerose salite, infatti, la media finale è stata di 41,628 km. Domani Pinerolo si sveglierà ancora in giallo. Con tanti vichinghi – e le foto della gallery ne sono una testimonianza – in festa.

 

 

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