Economia
Auto, la filiera esce dalla crisi e dipende sempre meno dalla Fiat
La filiera italiana dell’auto si prepara all’uscita dalla crisi: nel 2010, grazie a un aumento dell’11% del fatturato, ha recuperato l’86% dei ricavi pre-recessione. Il dato emerge dal rapporto dell’Osservatorio sulla filiera della componentistica automotive presentato oggi dalla Camera di commercio torinese e dall’Anfia. I componentisti italiani hanno ridotto la loro dipendenza dalla Fiat, anche a seguito “dei risultati meno brillanti del gruppo”.
La crescita è principalmente legata alle esportazioni, mentre il mercato interno resta debole: il 73% delle imprese intervistate dichiara di dovere una parte del proprio fatturato all’export. Il Piemonte, che incide per circa la metà del comparto con 900 imprese su 2.300 a livello nazionale, nel 2010 ha recuperato il 91% rispetto al 2008 e ha registrato un incremento delle esportazioni pari al 25%.
FRONTE FIAT. Se nel 2009 su 100 euro di ricavi, 63,2 erano dovuti a commesse verso il costruttore nazionale, nel 2010 la quota scende a 56 euro. Il legame con il Lingotto resta però forte sul fronte dell’internazionalizzazione: per le imprese italiane, infatti, è il Brasile, dove la Fiat è leader di mercato, il principale paese extraeuropeo di sbocco. La quota delle esportazioni verso il paese sudamericano è cresciuta del 2,9% nel 2009 e del 4,1% l’anno successivo.
LE PAROLE DI FERRARI. ”Ci auguriamo che Fabbrica Italia vada avanti altrimenti avremmo delle conseguenze pesanti sull’indotto”. Mauro Ferrari, presidente del gruppo Componenti dell’Anfia, prende atto della diminuzione della dipendenza della filiera dalla casa torinese, tuttavia specifica come il settore attenda “con immutata speranza al progetto che prevede la produzione di 1,4 milioni di auto negli stabilimenti italiani della Fiat e che in questi giorni rischia di essere rimesso in discussione”.
Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese