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Piemonte

A Colonia Sonora il pop rock impegnato di Daniele Silvestri

Davide Mazzocco

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Il ragazzo che a Sanremo sfilava i cartelli col testo della sua canzone – L’uomo col megafono – alla maniera del giovane Bob Dylan, ora è diventato un uomo ed è un po’ il Dylan nostro, della nostra Italietta sgangherata che va tenuta insieme con lo S.C.O.T.C.H. dell’intelligenza e dell’(auto)ironia che Daniele Silvestri infila in ogni testo. Il ruolo di coscienza morale della nostra musica leggera se l’è conquistato a suon di canzoni, quelle che suonerà – assieme ai piatti forti del suo ultimo lavoro, S.C.O.T.C.H. appunto – alla Certosa di Collegno, nell’ambito di Colonia Sonora, venerdì 15 luglio. Ma che discorsi è l’orecchiabile tormentone dell’estate 2011, l’ennesima conferma di un autore capace di alternare impegno ed evasione, profondità e semplicità con una versatilità che rappresenta un unicum nel panorama italiano.

Non che Silvestri non scriva d’amore perché ne scrive e canta. La differenza è che da tempo ha capito che non si può stare chiusi in una stanza a dire “amoremioamoremioamoremio” fino all’appassimento di ogni connessione neuronale e occorre, dunque, immergersi nel mondo con l’impegno politico e con la responsabilità personale. Certe sue canzoni sono divenute vere e proprie bandiere: Il mio nemico è diventato la colonna sonora dell’antimilitarismo e del no global, Gino e l’Alfetta è stato l’inno del Gay Pride del 2007 e Aria ha raccontato con sensibilità la vita del carcere. All’opposto dello spettro ci sono canzoni come Salirò, La paranza e Ma che discorsi di totale disimpegno, singoli che hanno avuto una fortuna radiofonica spropositata in rapporto alla qualità sicuramente inferiore rispetto ad altre sue canzoni. È questo lo strano destino di Silvestri: ottenere successo con i tormentoni e passare inosservato con i suoi pezzi migliori. Il suo terzo disco, Il dado, è uno straordinario esempio della sua versatilità in sede di scrittura e di composizione. Dentro ci sta di tutto dal rock puro al rock ‘n roll melodico anni ’50, dall’inno sudamericano in omaggio a Che Guevara, dalla canzone parlata alla canzonetta in pugliese, dall’elettronica allo swing. Col suo tono scanzonatamente serio e seriosamente scanzonato Silvestri ha raccontato l’Italia che resiste: quella dei no global prima, quella dei precari ora. Il miracolo lo fa nel non diventare mai prodotto di consumo pur riuscendo a parlare a tanti, nel non seguire opportunisticamente le mode del momento pur muovendosi con disinvoltura fra i generi. E scusate se è poco.

Lo spettacolo di venerdì 15 luglio è previsto per le ore 21. Biglietti: 22 euro, 25 euro prevendita. Info: www.coloniasonora.com

 

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