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Alessandria

La sanità alessandrina? ‘Declassificata’

Redazione Quotidiano Piemontese

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Parola d’ordine ‘declassificazione’. Brutta a pronunciarsi e anche allarmante. Perché è il futuro della sanità in provincia di Alessandria, come è emerso anche dall’incontro tra il consiggiere regionale Rocchino Muliere (Pd) e il direttore generale della sanità in Regione Paolo Monferino. Un incontro in cui Muliere ha raccolto solo conferme di provvedimenti già trapelati (ma non annunciati ufficialmente). Colpiti gli ospedali dei centrizona: Acqui perderà il Dea, ‘delcassato’ a pronto soccorso semplice, a Ovada sarà tolto il pronto soccorso che diventerà punto di primo intervento, aperto solo 12 ore al giorno. Mentre il Dea di Tortona sarà ‘integrato’ con quello di Novi. Un quadro preoccupante, aggravato dalle incertezze su una riforma di cui le forze politiche di minoranza chiedono l’azzeramento e lo stesso Muliere ha invitato la Giunta, ancora in attesa di un assessore alla sanità, a ripensare tutto il piano, tornando a confrontarsi con i sindaci e le popolazioni. In provincia, intanto, sono molte le iniziative in difesa dei presidi ospedalieri, come è il caso dell’alleanza  ‘traversale’ di tutti i sindaci dell’Acquese perché l’ospedale di Acqui non venga declassato.

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