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Cronaca

Firme false per le elezioni regionali: Giovine condannato a 2 anni e 8 mesi in primo grado

Redazione Quotidiano Piemontese

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Condannati, in primo grado: 2 anni e 8 mesi per Michele Giovine, 2 anni e 2 mesi per suo padre Carlo. È  la decisione del Tribunale di Torino per i due, imputati per aver falsificato le firme della lista “Pensionati per Cota” alle scorse regionali, vinte dal centrodestra con scarto minimo contro il centrosinistra guidato dalla presidente uscente, Mercedes Bresso. Il giudice del Tribunale di Torino, Alessandro Santangelo, ha dichiarato la falsità di tutte le 17 firme, chiedendo risarcimenti per 70mila euro. La Bresso: “Accertata la falsità delle elezioni”. Ghigo (Pdl): “Non cambia niente”.

Il pm Patrizia Caputo aveva chiesto tre anni e 6 mesi per Michele Giovine, 2 anni e 6 mesi per suo padre Carlo più pochi euro di multa. Non è ancora deciso se gli imputati ricorreranno in appello. Per loro il giudice ha anche stabilito l’interdizione dai pubblici uffici, per un anno e sei mesi per Carlo Giovine e due anni per Michele. Il solo Michele Giovine invece è stato privato dei diritti elettorali per 5 anni.

Il 6 ottobre prossimo la Corte costituzionale dovrà decidere se il giudice amministrativo e il Consiglio di Stato hanno la competenza per deliberare sull’esito elettorale.

LE PAROLE DI GIOVINE. “Me l’aspettavo, non c’è niente di nuovo sotto il sole”. Questa la reazione a caldo di Michele Giovine alla sentenza di primo grado del tribunale di Torino. “Non credo che ricorrero'”, ha detto d’impulso subito dopo la sentenza, anche se il suo difensore, l’avvocato Cesare Zaccone, ha già annunciato ricorso.

“ELEZIONI FALSATE”. “È stata riconosciuta la falsità di una lista determinante per la vittoria delle ultime elezioni regionali. Si è accertato che le elezioni sono state falsate”. Lo ha detto l’ex presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, dopo aver appreso della sentenza di condanna. “Mi auguro che l’intero procedimento giudiziario faccia coincidere il diritto con la realtà politica”, ha poi concluso la Bresso.

“NON CAMBIA NIENTE”. “La condanna di Giovine non cambia l’esito del voto: Cota è e resta legittimamente e legalmente il presidente regolarmente eletto con suffragio diretto dai cittadini”. Cosi Enzo Ghigo, coordinatore regionale del Pdl in Piemonte, ha commentato la condanna del leader dei Pensionati per Cota. “Chi ha votato per la lista di Giovine – spiega il senatore azzurro – voleva in modo inequivocabile votare anche per l’attuale presidente. Il Consiglio di Stato ha già chiarito in modo cristallino che i voti di Cota non si toccano, quindi confido nella responsabilità dei partiti di minoranza affinchè la loro opposizione sia fatta finalmente sui contenuti e non su cavilli legali”.

Anche nel partito del presidente la parola d’ordine resta minimizzare la sentenza. Così Mario Carossa, capogruppo del Carroccio a palazzo Lascaris: “‘I voti che i piemontesi hanno espresso scegliendo Roberto Cota come presidente non sono in discussione, come non è in discussione la volontà cristallina di cambiamento che ha relegato ai margini della politica la Bresso”.

I RISARCIMENTI. Il giudice Santangelo, nel dispositivo di condanna, ha disposto il pagamento di provvisionali per circa 70mila euro, rimandando la decisione sui risarcimenti in sede civile. In particolare i Giovine dovranno versare 20mila euro per l’ex presidente Bresso, 10mila euro ciascuno per Verdi e Radicali, 12mila euro a testa per Francesco Romanin, rappresentante della lista “Insieme per Bresso”, e Staunovo Polacco, della lista “Pensionati per Bresso”, più il pagamento delle spese processuali.

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