Ambiente
Ex centrale nucleare di Trino, la Regione dà il via libera alle procedure di disattivazione
La centrale nucleare Enrico Fermi di Trino ha smesso simbolicamente di esistere il 21 marzo 1987, dopo il referendum che sancì lo stop all’atomo italiano. Dal 1999 la proprietà della centrale è stata trasferita alla società di Stato Sogin, che ha il mandato di procedere alla sistemazione dei materiali radioattivi presenti nel sito, allo smantellamento della centrale e al recupero e alla valorizzazione dell’area. Tecnicamente si occupa dunque del decommissioning dell’impianto vercellese. Oggi, a pochi giorni dall’ultimo referendum, arriva l’autorizzazione formale della Regione alle procedure di disattivazione del complesso adottate dall’Ispra (Istituto protezione e ricerca ambientale).
Una delibera presentata dall’assessore regionale all’Ambiente Roberto Ravello ha infatti condiviso il parere favorevole espresso dall’Ispra in merito all’autorizzazione alla disattivazione della centrale Fermi, sia per quanto riguarda la gestione dei rifiuti radioattivi, sia per la prevista adozione di adeguate procedure di controllo. La Regione ritiene inoltre necessario che la Sogin preveda delle misure di compensazione delle “passività ambientali” che continuano a perdurare nell’area, e richiede “un programma di interventi sulla riforestazione dei terreni agrari incolti da concordare con il parco fluviale del Po e dell’Orba”.
Al momento nella centrale di Trino è stata completata la progettazione dell’impianto di wet oxidation per il trattamento delle resine radioattive, si stanno ultimando i lavori di rimozione dei sistemi non contaminati e le attività per la messa in esercizio del sistema di ventilazione del reattore.
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