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Il diabete si cura anche con la psicologia

Redazione Quotidiano Piemontese

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Il diabete affrontato anche dal punto di vista psicologico. E’ quanto fanno gli operatori sanitari dell’ospedale astigiano Cardinal Massaia e nel solo 2010 sono stati 2037 gli accessi al reparto per il controllo del diabete e il primo colloquio psicologico. Il team specialistico in capo al reparto di diabetologia, diretto da Luigi Gentile, comprende, infatti, anche lo psicologo. La presenza di questa figura professionale, prevista fin dal 2003, è stata resa costante, tre anni dopo, grazie a un progetto quinquennale sostenuto dalla compagnia di San Paolo. Nel 2010 la consulenza psicologica, assicurata da Alessandra Porzio, è stata rafforzata da un contributo del Lions Club da poco rinnovato anche per l’anno in corso.

“Grazie alle azioni di prevenzione attuate dall’Asl di Asti con i volontari e i medici di famiglia – spiega Gentile – molti pazienti scoprono di avere il diabete in fase precoce: ma la prospettiva è pur sempre quella di dover convivere con una malattia cronica, destinata a modificare il vissuto quotidiano. Ci sono persone che reagiscono con rabbia e depressione, oppure negando il proprio disagio. In reparto il team specialistico (diabetologo, infermiere, podologo, psicologa) accompagnano l’utente nel suo percorso, supportandone anche i  familiari e ricorrendo, ove necessario, alla consulenza di altre figure professionali, come la dietista, l’oculista, il cardiologo, il nefrologo e così via. Per molti utenti l’apporto della psicologa rappresenta una grande risorsa, finalizzata a diminuire il peso della malattia e a superare gli ostacoli che ne impediscono un’autogestione ottimale”.

Un primo colloquio psicologico avviene al momento della prima visita in reparto durante la quale vengono identificati i bisogni, definiti gli obiettivi specifici e il piano di cura, con il relativo programma personalizzato gestito insieme al medico di famiglia. Altre consultazioni psicologiche sono assicurate se, al momento della prima visita di controllo, il medico specialista o il personale infermieristico ne ravvisano la necessità, o su richiesta del paziente. Lo scorso anno 13.575 pazienti hanno  potuto avvalersi della consulenza personalizzata.

Attraverso i progetti sostenuti dalla compagnia di San Paolo e dal Lions Club (Asti Host, Asti Alfieri, Cocconato-Montiglio Basso Monferrato, Costigliole, Nizza Monferrato-Canelli, Moncalvo Aleramica e Villanova), si è dedicata particolare attenzione alla presa in carico dei giovani pazienti e di quelli con diabete mellito di tipo 2, la forma più comune di diabete: il lavoro psicologico con gli utenti ha seguito anche percorsi di gruppo.

E intanto, allo scadere del progetto quinquennale finanziato dalla compagnia di San Paolo, si traccia un primo bilancio: “Il nostro studio di ricerca – sottolinea Porzio – ha evidenziato come la possibilità di avvalersi di un percorso di cura multidisciplinare e integrato può favorire nel paziente un processo di accettazione più sereno della condizione di cronicità e una maggiore consapevolezza rispetto al suo vissuto, aiutandolo a sentirsi protagonista attivo del processo di cura e conducendolo sia a una migliore gestione della malattia che della qualità di vita”

 

 

 

“Vorremmo – conclude Gentile – avviare uno studio specifico sul rapporto tra gravidanza e diabete: c’è molto da lavorare anche per superare le barriere culturali”.

Intanto il progetto di accoglienza psicologica dei nuovi pazienti proseguirà anche nel 2012.

 

Nella foto: il primario Luigi Gentile con la psicologa Alessandra Porzio

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