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Piemonte

La Regione affossa la cooperazione: l’appello delle associazioni contro i tagli di Cota

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Un taglio netto ai fondi per la cooperazione internazionale in Piemonte. Se la sforbiciata nella sanità è rinviata causa forze maggiori, la giunta Cota si è concentrata sul sociale, o almeno sembrerebbe: entrando nei dettagli delle cifre del Bilancio di previsione 2011 (approvato il 29 settembre 2010 e varato a dicembre) si scopre infatti che se i numeri verranno confermati nel Progetto di assestamento di bilancio che sta per essere varato dalla Regione e che dovrà essere approvato dal Consiglio entro poche settimane, i fondi destinati al sostegno dei progetti di cooperazione internazionale (5 milioni di euro l’anno) promossi dal nostro territorio in oltre 90 Paesi saranno pari a zero. Per questo le principali 25 associazioni che si occupano di cooperazione internazionale riunite nel COP – Consorzio Ong Piemontesi hanno promosso un appello per salvare almeno “lo 0,04% del budget totale di 16 miliardi di euro stanziati negli anni passati, sia con l’ultima giunta Ghigo che con la successiva di centrosinistra”.

I PROMOTORI. “No all’azzeramento della cooperazione internazionale della Regione Piemonte!” L’appello parte, oltre che dalle 25 associazioni, dai 32 Comuni piemontesi riuniti nel CoCoPa – Coordinamento dei Comuni per la Pace e da ReCoSol – la Rete dei Comuni Solidali (nata in Piemonte e che rappresenta 266 soggetti pubblici in tutta Italia di cui, in Piemonte, 97 Comuni, 1 Provincia e 8 Comunità Montane). Oltre 350 soggetti piemontesi nel giro di soli 15 giorni lo hanno sottoscritto.

In un comunicato congiunto questi enti hanno ricordato come proprio Cota, durante la puntata del 14 aprile 2011 di Annozero, a proposito di migrazioni e ruolo dell’Europa, affermava che “negli ultimi 20 anni, l’Africa come continente sta sparendo. Allora noi dobbiamo porci il problema, non che l’Africa deve sparire e devono venire tutti da noi. Ma che dobbiamo creare una situazione per cui possano rimanere a casa loro. Magari con un nuovo Piano Marshall. Magari con una politica di interventi fatti in quei paesi per far riprendere la loro economia”.

“Forse Cota ignorava, o fingeva di ignorare” hanno affermato le organizzazioni firmatarie dell’appello, “che la Regione Piemonte proprio in Africa e sotto una giunta di centrodestra, lanciava nel 1997 quello che è oggi considerato una punta di diamante nel sistema di solidarietà e cooperazione italiano e internazionale: il ‘Programma per la sicurezza alimentare e la lotta alla povertà in Africa sub-Sahariana’ che vede coinvolti oltre 800 soggetti piemontesi e altrettanti in 8 paesi africani dell’Africa occidentale; temi e area geografica scelti a suo tempo all’unanimità dal Consiglio regionale proprio in funzione delle precarie condizioni di vita delle popolazioni locali, della storica presenza in quei paesi di ong e missionari piemontesi, nonché per il fatto che proprio da quelle aree migravano verso il Piemonte moltissime persone”.

 

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