Economia
Governo e Confindustria contro la Tav: azione di lobby in Europa per bocciare l’Eurovignette e favorire i camion
Che il miglior alleato (involontario e non gradito, chiaro) dei movimenti che si oppongono alla realizzazione della Tav Torino-Lione sia il Governo italiano è ormai una convinzione di molti. E i fatti susseguitisi nel corso degli anni ne fanno quasi un dato oggettivo, in concreto. Le dichiarazioni, ovvio, sono tutt’altra cosa. Ma il fatto forse più evidente e oggettivo è di questi giorni. E riguarda l’atteggiamento del governo italiano (e di Confindustria) nei confronti dell’Eurovignette. Cos’è? Si tratta della direttiva, già molto depotenziata rispetto all’avvio del confronto europeo (esclusi per alcuni anni i mezzi euro 5 ed euro 6; possibilità di non far pagare sotto le 12 tonnellate), che dovrebbe essere votata definitivamente dal prossimo Consiglio d’Europa e che prevede la possibilità di far pagare un costo aggiuntivo ai mezzi pesanti per ripagare i costi causati dall’inquinamento e di conseguenza per incentivare l’uso delle ferrovie, soprattutto per quello che riguarda il passaggio attraverso le Alpi. Questa maggiorazione delle tariffe, deve in parte andare a coprire anche i costi per la realizzazione delle reti ferroviarie Ten (tra queste, la Torino-Lione).
Ebbene, indovinate chi c’è tra i principali oppositori a questa direttiva? Il Governo italiano e Confindustria, ovvero i soggetti che spiegano con frequenza ormai oraria l’importanza di realizzare l’opera… Al di là dell’eccellente prova di coerenza, questo è l’elemento chiave per inficiare definitivamente l’opera dal punto di vista economico e ambientale: se si elimina l’obiettivo del trasferimento modale (dai camion alla ferrovia) totale del trasporto merci, almeno per quello che riguarda le Alpi, e si elimina una forma di finanziamento almeno parziale dell’opera…
In reazione al provvedimento, ormai a un passo dal traguardo, il 16 giugno scorso la Consulta per l’autotrasporto, presieduta dal sottosegretario Bartolomeo Giachino (piemontese, che ovviamente ritiene indispensabile l’opera), ha votato una risoluzione che impegna ministero dei Trasporti e Governo a ostacolare in ogni modo l’approvazione definitiva della direttiva:
“La Consulta Generale per l’autotrasporto e la logistica tenuto conto degli esiti del negoziato appena concluso e del voto del 7 giugno del Parlamento Europeo ed in considerazione del forte impatto negativo per un Paese come il nostro che potrà avere la concreta applicazione della Direttiva, invita il Ministero e il Governo a porre in essere ogni possibile iniziativa affinché al Consiglio dei Ministri europei, previsto per dopo l’estate, per l’esame in seconda lettura della Direttiva stessa, possa realizzarsi e una “minoranza di blocco”, sensibilizzando quindi il maggior numero possibile di Governi, sulla debolezza della direttiva e sui pesanti effetti negativi della sua applicazione.
1. La Consulta, in vista degli impegni comunitari e del prossimo decreto innovativo sulla politica delle infrastrutture, ripropone il peso del costo dell’attraversamento delle Alpi sulla competitività per il nostro Paese e la necessità di politiche che rilancino la competitività del nostro sistema trasportistico e logistico.
2. La Consulta inoltre chiede al Ministero:
a) stretto monitoraggio della Commissione sull’andamento della fiscalità degli altri paesi, successivo all’applicazione della Direttiva;
b) la Commissione impegni i Paesi che intendono applicare l’Eurovignette alla concreta apertura dei loro mercati di trasporto ferroviario delle merci;
c) la finalizzazione dei sovrapedaggi sia destinata al funzionamento della politica dei trasporti e della logistica nel suo insieme e per tutte le modalità”.
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