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Cultura

Con il Festival dei Disperati Guido Ceronetti dice addio al teatro

Davide Mazzocco

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Nel 1970, Guido Ceronetti e la moglie Erica Tedeschi fondano ad Albano Laziale il Teatro dei Sensibili: si tratta di un laboratorio strettamente casalingo, in cui il Maestro scrive i testi, costruisce le marionette e trova nel “castelletto per marionette” un luogo ideale di sperimentazione teatrale. La baracca del salotto di Albano Laziale diventa il nucleo centrale della scena, da cui scaturiscono idee ed emozioni: le marionette si alternano sulla scena con gli attori, in uno scambio continuo tra interno ed esterno in cui lo spazio del pubblico è invaso, abbracciato e trasformato in spazio scenico. Agli spettacoli privati del Maestro assistono gli amici intimi del tempo, tra cui Montale, Bassani, Soldati, Fellini, Einaudi. Il Teatro dei Sensibili diventa pubblico nel 1985, mantenendo un’identità forte e particolare: gli attori devono essere disposti non soltanto a vivere un’esperienza teatrale, ma anche a spossessarsi di sé, a mettere radicalmente in discussione il proprio sguardo sul mondo. Successivamente il Maestro si convince che la salvezza sia da ricercare nel teatro di strada. Scrive Ceronetti: “Ci sono ricompense vertiginose, quando quattro o cinque paia d’occhi incantati ti fissano per almeno mezz’ora, e per loro vorremmo avere almeno dieci anime da dargli in nutrimento e mani per guarirne tutti i mali futuri. Allora si è vivi davvero e il disfacimento urbano, il crimine che la città è diventata […], incontra una renitenza pulita, un semino fertile di riscatto”.

Ora la stagione del teatro volge al termine: “Vorrei evitare di pubblicizzarla, la mia serata di addio al teatro (Finale di Teatro) prevista al Gobetti per il 23 giugno. La scaletta si va facendo a poco a poco; quel che ne verrà fuori lo si vedrà. Nel teatro (non di teatro) ho vissuto per più di quarant’anni (dal 1970) da clandestino col biglietto in tasca fornito dal destino; ed ora il destino mi comunica che è abbastanza, ad un’età in cui il fuggire non è più una fuga, togliendomi una cura in eccesso, tra le restrizioni implacabili della vecchiaia”. Guido Ceronetti dice addio al teatro e lo fa allestendo una serata che non si ripeterà e con una rassegna altrettanto unica, il Festival dei Disperati, contenuta nel Festival delle Colline torinesi e ospitata anche nell’accogliente sala del Museo Nazionale del Cinema.

Ceronetti promette che – insieme ai suoi compagni – si sforzerà di far sorridere, “di essere un disperato che spartisce il suo pane restando ilare, di mostrare che il teatro è un luogo fraterno in qualsiasi gulag o sfinge, e che nella sua sempre più difficile esistenza rispecchia e dà luce al mondo”. Finale di Teatro evoca il beckettiano Finale di partita, dunque, lo spettacolo prodotto dalla Fondazione del Teatro Stabile di Torino, dal Teatro dei Sensibili in collaborazione con il Festival delle Colline Torinesi, costituirà per Guido Ceronetti un simbolico “addio al teatro”, l’ultimo capitolo di una storia lunga quattro decenni. L’ingresso sarà libero sino a esaurimento dei posti disponibili.

Nell’ambito della manifestazione il Museo Nazionale del Cinema organizzerà una significativa retrospettiva di grandi film centrati sul tema della disperazione umana, dal titolo Cinema e disperazione (Cinema Massimo, Sala Tre – 21/25 giugno). Il giorno 25 giugno, alle ore 16.00, il cinema Massimo ospiterà un incontro con l’architetto Mario Botta sul tema Architettura e Spazi di Disperazione. Il Festival dei Disperati prevede inoltre, il 24 giugno, a partire dalle ore 17.00, una sezione dedicata al Teatro di Strada con l’esibizione a Torino – in Piazza Carignano e nelle vie limitrofe – di gruppi e compagnie di artisti di strada.

Per informazioni, orari e prenotazioni:

Teatro dei Sensibili di Guido Ceronetti – marina.ferla@gmail.com

Cinema Massimo – Via Verdi 18, Torino – www.museocinema.it

Teatro Gobetti – Via Rossini 8, Torino – www.teatrostabiletorino.it

Festival delle Colline Torinesi – Torino – www.festivaldellecolline.it

 

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