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Processo Eternit: Guariniello parla di disastro “volontario” da parte dei proprietari

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“Non siamo in presenza di eventi sporadici, ma di carenze strutturali addebitabili a una politica generale e a scelte aziendali di fondo, di carattere generale. Di fronte a questa scelta nessuna capacità di intervento può attribuirsi a dirigenti italiani. Si addebita a Eternit di aver causato un disastro nei suoi stabilimenti e per la popolazione, che ancora oggi continua a verificarsi giorno dopo giorno per consapevole volontà dei suoi proprietari”. Ha iniziato così, in una maxi aula gremita al Tribunale di Torino, la sua requisitoria il pm Raffaele Guariniello nel processo che vede imputati i dirigenti della Eternit, la multinazionale dell’amianto.

Allo svizzero Stephan Schmidheiny e al belga Jean Louis De Cartier De Marchienne, ex proprietari dell’Eternit, loro viene contestato il disastro doloso e omissione volontaria di cautele sul luogo di lavoro. “Non abbiamo contestato il dolo per la gravità delle conseguenze o per commozione -ha spiegato Guariniello- certo molti uomini e donne, lavoratori e cittadini sono morti e centinaia di famiglie hanno riportato una ferita non rimarginabile. Però l’attribuzione del dolo è frutto di una analisi meditata”. “All’inizio non avevamo pensato al dolo e avevamo contestato solo l’omicidio colposo e il disastro colposo. Sono state le indagini a imporci la contestazione del dolo, un dolo reso evidente -ha sottolineato- dalle risultanze di questo dibattimento”.

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